Nei sei anni dal 1859 al 1865 Rudolf von Jhering, probabilmente il più grande e senz’altro il più noto tra i giuristi del suo tempo, visse una crisi personale rispetto alla propria identità di giurista. Dalla sua svolta nacque un modo diverso di pensare la scienza del diritto, attento alla realtà degli interessi e alle conseguenze pratiche delle soluzioni teoriche. Nei sette anni successivi, fino alla «Lotta per il diritto» del 1872, Jhering giunse a una compiuta elaborazione di una teoria del diritto fondata sulla convinzione che il diritto privato fosse «la vera scuola di educazione politica del popolo». Il volume ripercorre le tappe di questo cammino e delle posizioni e contestazioni che fecero seguito: da Franz Wieacker a Gustave Flaubert si dipanano contrasti e affinità reali o anche soltanto possibili. Sconfitta dal Novecento, la teoria di Jhering, come l’angelo della storia di Walter Benjamin, guarda dal passato verso di noi con tutta la sua potenza autosovversiva.
Pasquale Femia è professore ordinario nel Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Salerno. Fondatore e condirettore delle riviste «The Italian Law Journal» e «Tecnologie e diritto», dirige le collane Storie dal fondo e Il diritto e l’Europa. Si occupa prevalentemente di temi di teoria e storia del diritto civile. Ha pubblicato di recente: «Autonomia. Frammento 2016» e «Principi e clausole generali. Tre livelli di indistinzione» (entrambi Napoli, 2021).
- Premessa
- 1. Un genio vietato ai minori
- 2. Bolle di sapone e stomaco di struzzo
- 3. Polifonia del tedio e del sorriso
- 4. Ritrovarsi nel fumo
- 5. L’entusiasmo, il tormento, l’inconcludenza
- 6. Jhering, uno e due. E centomila
- 7. «Potrò tornare a ridere di cuore?». Il freddo inverno di un convertito infelice
- 8. Damasco, a lume di candela
- 9. Un pezzo di nave naufragata venduta due volte
- 10. Com’è difficile tradurre il nuovo
- 11. La via del sorriso: teoria senza fede, senza pericolo. L’urto tra sentimento giuridico e innovazione
- 12. La svolta del 1859 e il palcoscenico delle ombre. Pacchioni e Coviello sulla doppia vendita
- 13. Esiste un vero Jhering?
- 14. Il profeta convertito: lo Jhering della scuola del diritto libero, le manipolazioni di Philipp Heck
- 15. Jhering il molteplice. Futuro nel passato: il primo Jhering e il realismo
- 16. Gießen: Büchner e Jhering. Il Messaggero dell’Assia e il messaggio di Damasco
- 17. Perché abbiamo smesso di leggerlo veramente: da Schlossmann a Dilthey
- 18. Spargere il silenzio
- 19. La favola materialista: Otto von Gierke
- 20. La favola materialista: Eucken e Merkel
- 21. La furia poligrafa: Josef Kohler
- 22. Jhering con l’ebreo Shylock, i benpensanti con la furba Porzia
- 23. Shylock: Jhering contro Kohler, e viceversa
- 24. Kohler ingrato (con una memoria di Karl Jaspers)
- 25. L’odio caduto nella polvere: il trafiletto orrido del 1919
- 26. Piccoli nazisti polemizzano. «Giurisprudenza politica» di Schober
- 27. Dissipare l’ombra di Philipp Heck
- 28. Da Julius Binder a Karl Larenz: spirito, sangue e totalità di senso
- 29. Larenz postnazista: travestimento metodologico e supponenza idealista
- 30. Pensosità: da Erik Wolf a Franz Wieacker
- 31. Franz Wieacker: Jhering, la spina nel fianco
- 32. Wieacker e il suo Jhering, o dell’ostinata, vana, destituzione di un classico
- 33. Un altro Jhering tra Benedetto Croce e Norberto Bobbio. Dalla teoria al simbolo, solo andata
- 34. Rileggere: storiografia e teoria
- 35. Schegge autosovversive: la tigre del passato
- 36. Attraversare un passaggio intransitabile: Rudolf von Jhering e Walter Benjamin
- 37. Cogliere l’inganno del presente. Del buon uso delle teorie sconfitte
- 38. Aprire la stanza del passato, combattere il diritto romano con le sue stesse armi
- 39. Conciliare il presente lacerante con un passato in declino
- 40. Jhering e Flaubert: lo sciocchezzaio
- 41. Jhering e l’antisemitismo. Le battute indegne nel carteggio con Gerber
- 42. Jhering in amicizia con l’ebraismo
- 43. Una lettera decisiva: la condanna pubblica dell’antisemitismo
- 44. Esse sequitur operari: ebraismo e cristianesimo
- 45. Sei anni di cammino. Dalla doppia vendita al diritto soggettivo come interesse protetto: i limiti interni all’autonomia privata e alla proprietà (con una postilla su Bonfante)
- 46. La strada che Jhering non prese: Max Weber
- 47. Sei anni, e poi altri sette. Due vie per svoltare: tra «Lotta» e «Scopo»
- 48. Intermezzo: come la cameriera Caroline Kuhl lottò per il suo diritto contro Jhering, e vinse
- 49. Il diritto privato è la vera scuola di educazione politica del popolo
- 50. Il diritto soggettivo produce il diritto oggettivo
- 51. L’attuazione dell’interesse è sempre ideale, anche quando sia patrimoniale
- 52. Il diritto non diviene, è divenire
- 53. Lottare affinché il diritto divenga, muovendo dal basso, democraticamente
- 54. Per (non) finire. Liberare la forza inattuale dell’ineffettivo
- 55. Sette anni di divenire, e poi settanta volte sette
- 56. Pandette a colazione. E poi farne la rivoluzione, con un sorriso
- Riferimenti bibliografici