Il 1622 è l’anno di fondazione della congregazione De Propaganda Fide, incaricata dal papa di dirigere le iniziative che miravano a diffondere le idee e la dottrina dei cattolici tra chi professava fedi differenti, dentro e fuori d’Europa. La storia dell’idea e della prassi di missione precede però quella data e si sviluppa in seguito grazie anche al contributo di tutte le confessioni cristiane. Claudio Ferlan dispiega davanti agli occhi di chi legge una storia globale della diffusione della cristianità che, complici le scoperte geografiche e il conseguente allargamento dei confini del possibile, attraversa le Americhe, l’Asia, l’Oceania, l’Africa. La decolonizzazione decretò la fine della missione? Non lo fece, ma stabilì un cambio di paradigma, il cui termine di compimento possiamo verosimilmente fissare negli anni del Concilio Vaticano II (1962-1965) e dell’emergere di un più diffuso sentimento ecumenico.
Claudio Ferlan è ricercatore nell’Istituto storico italo-germanico della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Con il Mulino ha pubblicato «Dentro e fuori le aule. La Compagnia di Gesù a Gorizia e nell’Austria interna» (2013), «I gesuiti» (2015), «Sbornie sacre, sbornie profane. L’ubriachezza dal Vecchio al Nuovo Mondo» (2018) e «Venerdì pesce. Digiuno e cristianesimo» (2021).