La pandemia da COVID-19 ha rappresentato una cesura nell’esistenza di miliardi di persone, con un pesante carico di morte e di dolore. Molto è cambiato nelle forme di vita, nelle modalità di aggregazione, nell’utilizzo dei nuovi media, nell’organizzazione delle scelte pubbliche, con l’aumento di povertà e disabilità che hanno messo a dura prova i sistemi democratici. La pandemia ha così determinato un cambio di paradigma, anche a livello scientifico, a segno di più profonde crisi strutturali, culturali e politiche in corso. Una volta superati il momento acuto della crisi e lo spaesamento per un evento emergenziale imprevisto, si tende però a rimuovere il ricordo del pericolo e il rischio ancora attuale. Il caso dell'Italia – il primo paese europeo ad essere affetto con tanta gravità dal coronavirus – diventa un importante esempio per lo studio delle conseguenze pandemiche di lunga durata. Da tale considerazione è nata la ricerca multidisciplinare e integrata qui presentata, che – condotta da diciassette ricercatrici e ricercatori dalle diverse competenze e di differenti generazioni – rappresenta un primo tentativo non solo per riflettere su ciò che è accaduto, bensì per apprendere al fine di prevenire.
Marina Calloni è professoressa ordinaria di Filosofia politica e sociale all’Università di Milano-Bicocca. Ha lavorato in numerose università internazionali e pubblicato lavori in diverse lingue. Ha diretto e continua a partecipare a ricerche cross-border, collaborando con centri, reti, associazioni e istituzioni sovranazionali. È Presidente della Società Italiana di Teoria Critica. Dirige il centro di ricerca ADV – Against Domestic Violence.