La Rivoluzione americana, a lungo giudicata una nonrivoluzione rispetto a quelle francese e sovietica oppure, oltreatlantico, la vera realizzazione della libertà, viene oggi studiata come un evento complesso e discordante percorso da conflitti sociali ed etnici, nonché una guerra civile e una interna al continuo scontro fra gli imperi europei. Essa non diede vita alla democrazia, perché le élite riuscirono a bloccare l’avanzata delle classi inferiori provocata dal loro forte ruolo politico e militare. Tuttavia fece sorgere uno stato liberale di decisa impronta illuminista, fondato sul consenso e sui diritti dei cittadini, almeno di quelli bianchi e maschi. Fu l’inizio della nostra modernità politica, delle sue conquiste e contraddizioni.
Tiziano Bonazzi è professore emerito dell’Università di Bologna, dove ha insegnato Storia e istituzioni dell’America del Nord. Con il Mulino ha di recente pubblicato «Abraham Lincoln. Un dramma americano» (2016).