Circa quattrocento anni fa morivano quasi simultaneamente i due maggiori scrittori della prima modernità, Miguel de Cervantes e William Shakespeare. Ma la fine può anche segnare un principio: in questo caso, l’avvio della loro impareggiabile ascesa nel dominio delle lettere e delle scene mondiali, dove ancora oggi sono dei punti di riferimento. Se l’accostamento fra i due autori può apparire inconsueto e quasi fortuito, può però anche rivelare sorprendenti convergenze, sia sul piano del patrimonio letterario e culturale sia su quello degli accorgimenti compositivi adottati in due opere separate dalla storia, dalla geografia e da tradizioni diverse, ma unite dalla volontà e dalla capacità di rappresentare l’essenza profonda dell’animo umano. Il volume raccoglie le riflessioni di alcuni fra i maggiori esperti italiani sui due scrittori e di giovani studiosi, che si sono proposti di trattare quattro problematiche critiche: il rapporto con la tradizione, il maturare del pensiero e degli stili, l’elemento comico e grottesco e il metadiscorso, cioè la riflessione che ogni autore fa sul proprio mestiere, e che consciamente o inconsciamente introduce nel proprio testo. Così accostati, gli esempi tratti dall’uno e dall’altro autore tracciano la strada per un proficuo dialogo.
Franco Marenco ha insegnato Lingua e letteratura inglese e Letterature comparate nell’Università di Torino, di cui è ora professore emerito. Ha pubblicato opere sul Cinquecento inglese, sulla letteratura di viaggio e sul Novecento inglese ed europeo e diretto varie collane e progetti di ricerca. Aldo Ruffinatto ha insegnato Lingua e letteratura spagnola nell’Università di Torino, di cui è ora professore emerito. Autore di libri, articoli e saggi su temi ecdotici, semiologici e di linguistica medievale, ha al suo attivo vari studi sul romanzo picaresco, sulla poesia mistica, sul teatro di Cervantes e di Lope de Vega, su Cervantes e il «Quijote».