Vuoi accedere con un tuo account social?
Non hai ancora un account?
ISCRIVITINell’anno 802 giungeva ad Aquisgrana per l’imperatore Carlo Magno un dono davvero fuori dal comune: un elefante, di nome Abul Abbas, che il califfo di Baghdad Harun al-Rashid aveva inviato a seguito della richiesta che lo stesso Carlo Magno gli aveva espressamente fatto qualche anno prima. Ma perché quell’inconsueto desiderio di Carlo? E che significato dare allo scambio di doni fra l’imperatore e il califfo? Quella dell’elefante di Carlo Magno può apparire la storia di una stramberia, l’avventura un po’ triste di un povero animale finito a morire nel freddo clima germanico, ma in realtà tutta la vicenda, se attentamente interrogata, svela molto dei rapporti diplomatici del tempo, della politica del dono, del significato politico che il possesso di un elefante, come attributo di regalità, poteva avere, e anche dell’immagine che allora l’Europa cristiana si faceva del mondo.
Giuseppe Albertoni insegna Storia medievale all’Università di Trento. Tra i suoi libri: «L’Italia carolingia» (Carocci, 1997), «Il feudalesimo in Italia» (con L. Provero, Carocci, 2003), «Vassalli, feudi, feudalesimo» (Carocci, 2015). Per il Mulino ha curato una «Introduzione alla storia medievale» (con T. Lazzari e S. Collavini, nuova ed. 2020).