Per i Greci i miti sono in primo luogo racconti: narrazioni meravigliose, che mescolano il divino e l’umano, il quotidiano e lo straordinario, suscitando davanti ai nostri occhi immagini di eroi, dèi, fanciulle, mostri e personaggi fiabeschi. Una schiera interminabile, perché più ci si addentra in questo fantastico mondo - attraverso l’ausilio della voce, della scrittura o delle immagini - più ci si accorge che ciascuno di questi racconti non è mai concluso in sé, ma rinvia sempre ad altri eventi, altri personaggi, altri luoghi, in un raccontare infinito che chiede solo di diventare a sua volta immagine o scrittura. La mitologia ha infatti la forma di una rete, in cui si intrecciano mille nodi. Nel corso del tempo, questa rete con i suoi molteplici richiami narrativi è stata calata infinite volte nel mare della cultura e, trascinata sul fondo, ha raccolto nomi, fatti, rituali, usi, costumi, regole, atteggiamenti, visioni del mondo. Per questo, raccontare o ri-raccontare oggi i miti degli antichi significa entrare dalla porta principale nella memoria della loro, della nostra cultura.
Maurizio Bettini, classicista e scrittore, è stato professore ordinario di Filologia classica nell’Università di Siena. Per Einaudi è curatore della serie «Mythologica». Per il Mulino dirige la collana «Antropologia del mondo antico» e ha pubblicato, oltre a «Viaggio nella terra dei sogni» (2017), «Affari di famiglia. La parentela nella letteratura e nella cultura antica» (2009), «Elogio del politeismo. Quello che possiamo imparare oggi dalle religioni antiche» (2014), «Radici. Tradizione, identità, memoria» (2016); ha inoltre curato con W.M. Short «Con i Romani. Un’antropologia della cultura antica» (2014).