«L’Italia è un sogno che continua a riproporsi per il resto della vita».
Anna Achmatova
Terra della memoria e luogo del rifugio, esatto contrario del luogo dell’esilio, l’Italia è ancestrale e visitarla significa avvertire in sé, come D.H. Lawrence, la pulsazione di antiche culture, o scoprire d’incanto, per dirla con Albert Camus, quello che il mondo offre di più bello. Nel ventesimo secolo sono tante le storie che ci narrano i viaggiatori italiani e stranieri: storie di uomini, di sentimenti, di emozioni, di città, di paesaggi. Da Virginia Woolf a Jean-Paul Sartre, menti inquiete, malinconici di antica memoria, esuli, espatriati, randagi hanno scelto il nostro paese come il posto dove appagare il proprio desiderio di conoscenza e curare le proprie angosce, dove anelare, negli incontri imprevisti, a quei drastici cambiamenti in cui la vita si rinnova. Così i pur mutevoli tratti del paese consentono a quelli che vi giungono di abbeverarsi alla sorgente della civiltà occidentale, di sperimentare una favolosa regressione temporale nella culla della classicità o di assaporare panorami che, malgrado insidie e stravolgimenti, vivono del primato dell’arte e della bellezza.
Attilio Brilli è fra i massimi esperti di letteratura di viaggio. I suoi libri sono tradotti in varie lingue. Fra le sue numerose pubblicazioni con il Mulino segnaliamo: «Il grande racconto del viaggio in Italia. Itinerari di ieri per viaggiatori di oggi» (2014), «Il grande racconto dei viaggi d’esplorazione, di conquista e d’avventura» (2015) e «Il grande racconto delle città italiane» (2016).
- I. Un viaggio ironico e sentimentale
- La bellezza è ancora un dono fatale?
- Il viaggio, metafora dell'esilio
- La cupola nel mirino
- Quando gli alberghi avevano la biblioteca
- Il flâneur motorizzato
- Sguardi incrociati
- Il facchino di Cefalù
- Gli italiani giuocano con lo stivale
- Una reliquia d'altri tempi
- L'ultimo desiderio
- Artisti nella terra della memoria
- Viaggi d'assaggio
- La Kodak sull'ombelico
- Nostalgie nell'era della velocità e del confort
- II. I volti del viaggio all'inizio del secolo
- Alla maniera del «grande giro»
- Congedo con tatto dal XIX secolo
- La vestale del genius loci
- Un innocente disincantato
- Stravaganti percorsi di un collezionista
- Un accidioso profeta di sventure
- Le campagne del Pierponto Morgano
- Un Petit Tour senza emozioni
- Viaggi randagi fra segni di guerra
- Paesi come formicai impazziti
- III. Pellegrini della bellezza in una terra inquieta
- L'ambigua eredità storica del paese
- Escursioni visionarie nella terra del mito
- Il dito sulla carta geografica
- L'Italia nello specchietto retrovisore
- Colloquiando nel paese che non c'è
- L'uomo che si gingillava con la pistola
- Mussolini mi portò a Predappio
- Preveggenze del «santo bevitore»
- Il condottiero quêteur de beauté
- IV. Sulle macerie spunta l'arcobaleno
- Viaggi obbligati
- Con la jeep al seguito degli Alleati
- Una godibile provincia dell'impero
- Si riannodano i fili della tradizione
- Corrispondenti di guerra in tempo di pace
- V. Un paese ritrovato fra memorie e desideri
- Il doppio quadrante dell'orologio
- «L'Italia è il mio regno d'Utopia»
- Il viaggio di un seguace di Yorick
- Recuperando gli avanzi della memoria
- Nostalgie del viaggiatore renitente
- Il vibrante riverbero delle campane
- Un paradiso che si rattrappisce
- Vacanze italiane in Topolino
- Un «inventario delle cose italiane»
- Le ombre del passato gravano sul presente
- VI. L'odore perduto dell'Italia
- Miti residuali e minimalismi turistici
- Con un «apolide della letteratura»
- Memorie oscene del sottosulo
- Alla ricerca del lago nero o degli dèi Palici
- Lo scarabeo di Sansepolcro
- L'Italianite: strana, cronica, fatale malattia
- Il viaggiatore che perse il lavoro per la via Appia
- Le mummie di Ferentillo
- VII. Sulle orme degli altri
- Viaggi di seconda mano
- Le magnetiche impronte di Garibaldi
- Un moderno pellegrino e il suo doppio
- Bibliografia
- Indice dei nomi
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
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