«Lo spirito di crociata accompagnò l’identità spagnola fin molto addentro l’età moderna. Il Medioevo, terminato con successo per la Spagna cristiana, lasciò il posto a un’età nella quale una nazione orgogliosa di sé e vocata all’imperialismo si sarebbe protesa verso gli spazi marittimi, incamminandosi verso l’esportazione della Reconquista su scala planetaria»
Nel periodo 1519-56 Carlo V d’Asburgo fu a capo di un impero esteso tra Europa e Nuovo Mondo, sul quale proverbialmente «non tramontava mai il sole». Eppure egli non riuscì mai a stabilire un regime di controllo della zona centro-occidentale del Mar Mediterraneo, dove crebbe l’insicurezza causata dall’emergere dell’Impero ottomano come potenza anche marittima. Sotto Solimano il Magnifico(1520-66) la Mezzaluna ottomana si dotò di una flotta moderna e nel contempo sostenne la formazione dello stato barbaresco di Algeri, caratterizzato da un’aggressiva politica corsara ai danni di Italia, Grecia e Spagna. Contro tali forze Carlo V non poté mai coordinare una spedizione internazionale modellata sul prototipo della crociata medievale, complice la disunione del mondo europeo e la sotterranea opposizione del papato romano.
Marco Pellegrini insegna Storia moderna e Storia del Rinascimento all’Università di Bergamo. Con il Mulino ha pubblicato anche «Le guerre d’Italia» (2009), «Il papato nel Rinascimento» (2010), «Le crociate dopo le crociate» (2013). Fra gli altri suoi libri: «La crociata nel Rinascimento. Mutazioni di un mito 1400-1600» (Le Lettere, 2014).