Da sempre, nella vita individuale all’Ego si è intrecciato il We-go, il senso del noi
L’evoluzione umana è stata favorita, fin dall’alba dei tempi, dalla particolare capacità che hanno gli individui di interagire gli uni con gli altri, attraverso la risonanza emotiva e la comprensione della mente altrui. Una capacità che si riattiva ogni volta che nasce un bambino, nella relazione con i genitori, dapprima, e poi con i coetanei e con il gruppo sociale. Ma l’empatia è qualcosa di connaturato al cervello umano o è il frutto delle influenze dell’ambiente? O non dobbiamo parlare piuttosto di interazione fra genetica e ambiente?
Massimo Ammaniti, neuropsichiatra infantile e psicoanalista, tra i più autorevoli psichiatri italiani, è professore onorario della Sapienza - Università di Roma. Tra i suoi libri: «Nel nome del figlio» (Mondadori, 2003), «Pensare per due. Nella mente delle madri» (Laterza, 2009) e «La nascita dell’intersoggettività» (con V. Gallese, Cortina, 2014). Collabora a «Repubblica».