«brillante, stimolante, assolutamente necessario»
Barbara Ehrenreich
L’etica del lavoro sta cambiando, come pure le tradizionali concezioni del merito e del talento, lo «spettro dell’inutilità» arriva a minacciare tanto i lavoratori manuali quanto i professionisti, tendono a scomparire i confini tra politica e consumo. Soltanto un determinato tipo di individuo sembra capace di prosperare in questo ambiente instabile e disarticolato: la cultura del «nuovo capitalismo» impone infatti di agire a breve, di abbandonare rapidamente le esperienze passate, di rinunciare a un progetto complessivo di autorealizzazione. Ci sono «contromisure», personali e istituzionali, in grado di temperare le conseguenze perniciose di questo passaggio storico?
Richard Sennett insegna Sociologia nella New York University e nella London School of Economics. Tra i suoi libri pubblicati in italiano con Feltrinelli «L’uomo flessibile» (2001), «L’uomo artigiano» (2008) e «Insieme» (2012); con il Mulino «Rispetto» (2004, nuova ed. 2009).