Il patrimonio costituzionale europeo: nelle tradizioni di civiltà giuridica comuni agli stati membri, le ragioni per cui l'Europa unita non poteva non essere.
In un momento in cui la soggettività dell'Europa si accentua sempre più e l'idea di una "costituzione europea" si fa sempre più forte, Alessandro Pizzorusso riflette sul patrimonio costituzionale europeo, sui valori storicamente e culturalmente comuni agli stati d'Europa. Se il "patrimonio" è ciò che il padre lascia ai figli, l'Europa di oggi ha un proprio patrimonio: un insieme di tradizioni costituzionali comuni agli stati che ne sono parte, e che la rendono un soggetto unitario ed unico. Si tratta di principi e valori attinenti ai diritti fondamentali della persona (che progressivamente, nei singoli stati europei, hanno ricevuto un riconoscimento e una tutela sempre più articolati) e all'organizzazione del potere pubblico, nei termini della democrazia e dello stato di diritto. Queste tradizioni sono state qualificate - dalla Corte europea di giustizia prima, e dal Trattato di Maastricht poi - come "principi generali del diritto comunitario", ed hanno perciò già ora una precisa efficacia giuridica. L'autore le indaga sotto molteplici profili - storico, costituzionale, comparatistico - giungendo a ravvisare in esse il nucleo essenziale di una costituzione già esistente: una costituzione non scritta, come quella inglese, ma vigente con l'efficacia e la forza derivanti da secoli di storia e di civiltà comune.
Alessandro Pizzorusso, accademico dei Lincei e socio fondatore dell'Associazione italiana dei costituzionalisti, è professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa. Fra le sue molte opere segnaliamo le più recenti: "La manutenzione del libro delle leggi" (Giappichelli, 1999), "La costituzione ferita" (Laterza, 1999). Con il Mulino ha già pubblicato "L'ordinamento giudiziario" (1974). Autore di manuali di diritto costituzionale (Il Foro italiano, 1978, 1981, 1984), di diritto pubblico (Jovene, 1988, 1992), di diritto comparato (Giuffrè, 1983, 1996, 1998), è direttore, dal 1987, del "Commentario della Costituzione" fondato da G. Branca (Zanichelli).