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ISCRIVITIUn’ideologia imperiale durata 2000 anni, un leader autoritario - Xi Jinping - che la ripropone per spostare il baricentro della leadership mondiale da Washington a Pechino e sovvertire l’attuale ordine globale. Ma il realizzarsi di queste ambizioni richiede qualcosa che la Cina di oggi non è in grado di esprimere: quella forza di attrazione che solo una cultura fondata sulla libertà di pensiero e di espressione può avere.
Cina contro Occidente, autocrazie contro democrazie? Quali sono le ragioni storiche e culturali alla base del modello di potere cinese, ritenuto da Xi Jinping superiore a quello delle democrazie liberali? Impossibile rispondere senza legare l’attualità alla storia imperiale. Il progetto di Xi è infatti quello di porre la Cina al centro, com’era nella concezione cinese prima dell’arrivo delle potenze occidentali, e di tornare a occupare la scena del mondo, da protagonista. Lo scontro non è solo economico e politico, ma anche culturale e valoriale: a essere messi in discussione sono infatti gli stessi principi liberali, fondamento delle democrazie di un Occidente oggi sempre più in preda a una forte crisi identitaria. Contrapponendo un nuovo assetto internazionale a quello creato dai vincitori della Seconda guerra mondiale, la Cina di Xi si avvicina adesso alla Russia di Putin. Ci troviamo di fronte a un nuovo tornante della storia? Riuscirà il mondo a evitare un nuovo conflitto mondiale?
:: Webinar della presentazione del libro all'Istituto Affari Internazionali ::
Maurizio Scarpari ha insegnato Lingua cinese classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri: «Il Confucianesimo. I fondamenti e i testi» (Einaudi, 2010) e «Mencio e l’arte di governo» (Marsilio, 2013); per le Grandi Opere Einaudi ha curato «La Cina» (2009-2013), sulla civiltà cinese dalle origini ai giorni nostri. Con il Mulino ha già pubblicato «Il Daoismo» (con A. Andreini, 2007) e «Ritorno a Confucio. La Cina di oggi fra tradizione e mercato» (2015).