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ISCRIVITIÈ necessario rivedere le nostre idee, le nostre categorie, la nostra interpretazione del passato oltre che del presente. Perché anche le categorie e le interpretazioni, come tutti gli oggetti storici, deperiscono e alla fine si inabissano, o cambiano talmente di significato da diventare creature nuove, malgrado portino il vecchio nome.
Il Covid e l’invasione russa dell’Ucraina hanno illuminato di colpo l’evoluzione e la crisi delle società occidentali e facendo ciò, hanno reso evidente quanto le categorie con cui siamo cresciuti e abbiamo interpretato il Novecento, e, le nostre stesse vite, siano ormai logore. Andrea Graziosi riflette sulle cause e le conseguenze dei mutamenti che hanno progressivamente trasformato l’Occidente scaturito dal secondo conflitto mondiale. Fine del mondo contadino, individualizzazione, crollo delle nascite e straordinario balzo in avanti nell’attesa di vita che ha reso e rende tutte le società più vecchie e meno vitali, coagularsi di nuove istanze reazionarie, ricomposizione faticosa di collettività plurali dal punto di vista etnico e del colore, crisi dell’azione e delle forme della politica sono alcuni degli aspetti sui quali si sofferma. Su che cosa potremmo far leva per salvare, innovando, un tipo di Occidente e di Modernità che è in crisi ma era riuscito, pur con tutti i suoi difetti, ad aumentare libertà e dignità umane più di ogni altro sistema conosciuto, e il progetto europeo che ne è uno nei nuclei fondamentali?
Andrea Graziosi insegna Storia contemporanea nell’Università di Napoli Federico II, è uno dei maggiori esperti di storia sovietica, ucraina e dell’Europa orientale. Con il Mulino ha pubblicato: «Guerra e rivoluzione in Europa 1905-1956» (2002), «L’Unione Sovietica in 209 citazioni» (2006), «L’università per tutti» (2010), «L’Urss di Lenin e Stalin» (20102), «L’Urss dal trionfo al degrado» (20112), «L’Unione Sovietica. 1914-1991» (2011), «Grandi illusioni» (con G. Amato, 2013), «Lingua madre» (con G.L. Beccaria, 2015) e «Il futuro contro» (2019).