Il nostro sguardo sulla tecnologia è spesso miope, anzi, strabico. Si focalizza solo sulla novità tecnologica e dimentica l’altra metà della questione: gli esseri umani e il loro modo di utilizzare la tecnologia.
Le nuove tecnologie pervadono le nostre abitudini, le relazioni personali e il modo di vivere. Siamo ormai abituati a sentirci dare del tu dai colossi del web e dagli assistenti virtuali, e a ricevere baci e abbracci nei messaggi anche da persone che non conosciamo. Se qualcuno vicino a noi guarda lo smartphone, siamo indotti a fare lo stesso di lì a qualche secondo. Ricorriamo a video e tutorial in rete per fare quasi ogni cosa, per aggiustare una tapparella, accendere il barbecue o fare il pane in casa. Partendo da situazioni concrete e da abitudini spesso inconsapevoli, l’autore ci aiuta a comprendere meglio il nostro rapporto con la tecnologia, tra vizi e virtù.
Massimiano Bucchi insegna Scienza, tecnologia e società all’Università degli Studi di Trento. Collabora con il «Corriere della Sera» e con Superquark (Rai1). Visiting professor in varie università straniere, è autore di molti libri. Con il Mulino ha pubblicato «Scienza e società. Introduzione alla sociologia della scienza» (2002), «Scegliere il mondo che vogliamo» (2006) e «Scientisti e antiscientisti» (2010).
- Introduzione
- PARTE PRIMA. CONFIDENZE DIGITALI
- I. Confidenze digitali. Perché riceviamo tanti baci e abbracci nei messaggi, e perché colossi del web, chatbot e assistenti virtuali ci danno del tu
- II. Hashtag vs screenshot. Tutto sarà dimenticato, niente sarà dimenticato
- III. Aiutati che Google t’aiuta. Tutto è (o almeno sembra) a portata di mano
- IV. Se guardi il telefono tu, lo faccio anch’io. Imitazione e abitudini tecnologiche
- V. «You press a button, we do the rest». La pulsantizzazione delle emozioni
- VI. L’era dell’insonnia? Il mito dell’attivismo perpetuo
- PARTE SECONDA. IMMAGINI (E INCOMPRENSIONI) DELL'INNOVAZIONE
- VII. Spostarsi in monopattino. Scendo quando voglio
- VIII. La musica è finita? O forse è solo cambiata, e noi con lei?
- IX. E guidarono (e pedalarono) felici e sostenibili. Auto e bici elettriche per tutti?
- X. Noi, robot. Quando l’immaginazione precede la tecnologia
- XI. La buona innovazione ha bisogno di tempo. Il nuoto come esempio di innovazione lenta
- XII. Quando la tecnologia non funziona. «Fallire quaggiù per non fallire lassù»
- PARTE TERZA. I NOSTRI ANTENATI. TENDENZE RECENTI, RADICI PROFONDE
- XIII. Sempre aperti. Dal bancomat ad Amazon
- XIV. Indossare la tecnologia come una seconda pelle. Dall’orologio da polso allo smartphone
- XV. Vintage Tech. Le notizie della morte di una tecnologia sono spesso esagerate
- XVI. Frenetici e connessi, ma non da oggi. Genealogia dell’impazienza
- XVII. Dall’oralità alla scrittura e ritorno. Comunico quando mi pare e piace)
- XVIII. Le stanghette degli occhiali e le notifiche. Piccoli dettagli che cambiano le nostre vite
- PARTE QUARTA. VIZI E VIRTÙ DELL'INNOVAZIONE
- XIX. A portata di clic. Anche la pigrizia è smart?
- XX. L’invidia del selfie. Instagram secondo Aristotele
- XXI. Avari ma generosi. Perché non vogliamo più pagare per leggere un quotidiano ma siamo pronti a donare soldi a Wikipedia
- XXII. Innovazione e superbia. Le vittime di Google Maps e il rischio della hybris tecnologica
- XXIII. Narciso da Ovidio ai social. Specchiarsi nella tecnologia
- XXIV. Le virtù dell’innovazione. Prudenza, giustizia, temperanza, fortezza
- Bibliografia
- Indice dei nomi
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
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