L’Unione Sovietica era un impero territorialmente integrato, una delle superpotenze mondiali: soltanto pochi anni prima del suo crollo nessuno avrebbe creduto che fosse possibile ciò che accadde negli anni compresi tra il 1989 e il 1991. Il volume raccoglie 14 interviste ai primi dirigenti degli stati indipendenti di nuova formazione dopo il crollo dell’Unione. Partendo da una prima domanda uguale per tutti, «si sarebbe mai immaginato che l’URSS avrebbe cessato di esistere?», gli intervistati raccontano la propria esperienza nel processo di difesa dell’indipendenza dei loro stati, nella formazione di una nuova economia e nel riassetto dei rapporti con la Russia post-sovietica e con i paesi confinanti. A distanza di tempo, emergono lucide riflessioni sulle decisioni governative, spesso basate solo su conoscenze teoriche e dettate dall’urgenza, e sugli errori commessi in una tappa difficile e decisiva per ognuno dei paesi coinvolti.
Arkadij Dubnov, analista politico indipendente, esperto delle repubbliche post-sovietiche e dei paesi dell’Asia Centrale, dal 1991 è commentatore politico, editorialista di media russi e stranieri, membro di diversi think tank internazionali. Ha fatto parte dei pool presidenziali di Boris El’cin e di Vladimir Putin ed è coautore (con la moglie Marija Dubnova) del volume «I carri armati a Praga, la Gioconda a Mosca. Azzardo e vergogna degli anni Settanta» [Tanki v Prage, Dokonda v Moskve. Azart i styd Semidesjatych, Mosca, Vremja, 2007]. Nadia Caprioglio è professoressa associata di Slavistica all’Università degli Studi di Torino. È Visiting Professor nel Dipartimento di Studi umanistici del Politecnico Statale Pietro il Grande di San Pietroburgo. Ha tradotto dal russo, in prosa (F. Dostoevskij, A. Cechov, V. Rozanov, M. Bulgakov, K. Malevic e altri) e in versi (K. Pavlova, I. Lisnjanskaja, V. Vysockij). Recentemente ha pubblicato diversi saggi sui rapporti fra ecologia e letteratura nell’ambito russo, e il volume «Miniature senza cornice. Letture russe da S. Aksakov a L. Ulickaja» (Torino, Trauben, 2019).