Le forme sono, nelle parole di Simmel, «più che vita»: sono idee, sempre identiche a sé, separate, lontane, quasi irraggiungibili. Pensate come modelli, si traducono nella realtà tramite l’imitazione e si fanno mondo. Da Platone sino a Nietzsche, l’intera tradizione occidentale può essere letta come una perpetua metamorfosi del rapporto tra forma e imitazione: dalle loro varie combinazioni emergono le diverse epoche che si susseguono nella storia. Una trasformazione ricca di continuità, analogie e riprese ma anche di faglie e brusche fratture.
Francesco Valagussa è professore associato di Filosofia teoretica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove insegna Estetica e forme del fare e Teoria delle forme simboliche. Presso lo stesso ateneo dirige il Centro di Ricerca di Metafisica e Filosofia delle Arti (Diaporein). Membro della Società italiana di estetica (SIE) e del Centro europeo di Ricerca di Storia e Teoria dell’immagine, ha curato opere di Kant, Hegel, Simmel, Musil e Benjamin.