Originariamente concepito per promuovere la convergenza e l’armonizzazione tra e all’interno dei paesi, il progetto europeo appare oggi molto lontano da quegli obiettivi. Dopo decenni di integrazione economica e di allargamenti, vent’anni di integrazione monetaria, e una lunga crisi economica e finanziaria, sono aumentate le divergenze: i paesi e le regioni più deboli sono rimasti indietro, le disuguaglianze economiche e sociali sono in aumento in tutti gli Stati membri. In particolare sono emerse due periferie, una a sud e una a est, che condividono un tratto comune: la fragilità e la dipendenza nei confronti della Germania. Cercando di capire «cosa è andato così storto», il libro traccia le possibili vie di uscita dall’attuale stallo indicando, soprattutto, la necessità di un ribilanciamento degli squilibri strutturali che stanno mettendo l’Europa a dura prova.
Giuseppe Celi è professore di Economia nell’Università di Foggia. Andrea Ginzburg (1940-2018) è stato professore di Politica economica nell’Università di Modena e Reggio Emilia. Dario Guarascio è ricercatore di Politica economica presso il Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza Università di Roma. Annamaria Simonazzi è professore di Economia nella Sapienza Università di Roma.
- Introduzione
- Parte prima: Il processo di deindustrializzazione
europeo. una prospettiva di lungo periodo
- I. La via europea all’integrazione economica e
monetaria
- 1. Il Rapporto Werner e l’idea di Europa
- 2. Il «Serpente» e lo SME
- 3. La strada accidentata verso l’UME
- 4. Il cambiamento di paradigma
- 5. Il dibattito italiano sul processo di integrazione
- 6. TINA: l’affermazione di un paradigma
- II. L’indebolimento del processo di crescita in
Europa: discontinuità con la golden age
- 1. Globalizzazione ed europeizzazione
- 2. I due motori della crescita: investimenti ed esportazioni
- 3. La crisi globale degli anni Settanta e i suoi effetti
- 4. Spiegazioni eterodosse della caduta degli investimenti:
industria e finanza
- 5. Finanziarizzazione ed europeizzazione
- 6. Le molte facce del monetarismo
- III. L’interruzione dell’industrializzazione nell’Europa
meridionale: una prospettiva centroperiferia
- 1. L’interdipendenza delle relazioni centro-periferia
- 2. La crisi degli anni Settanta: terziarizzazione periferica
e impoverimento della struttura produttiva
- 3. L’integrazione europea di un paese semi-periferico:
Italia
- 4. L’integrazione europea dei paesi periferici: transizione
democratica e ristrutturazione senza industrializzazione,
1975-1985
- 5. La finanziarizzazione della periferia europea
- 6. Germania: le ragioni molteplici di una ristrutturazione
di successo
- Parte seconda: Un’integrazione divisiva. centro e
periferia nell’unione monetaria
- IV. Alle radici della crisi: divergenze strutturali e
dipendenza finanziaria
- 1. Aspettative di convergenza e squilibri strutturali
- 2. Il «ciclo finanziario» centro-periferia
- 3. Germania: da malato d’Europa a superstar?
- 4. La casa come fattore di divergenza
- 5. L’espansione a Est dell’industria tedesca
- 6. La natura multidimensionale della divergenza tra
centro e periferia
- V. Vecchie e nuove periferie
- 1. Le determinanti della divergenza
- 2. Il mutamento della rete del commercio estero europeo
- 3. Francia: il declino di un paese centrale
- 4. L’industria automobilistica come immagine di
un’Europa polarizzata
- 5. Disuguaglianze nel centro e nelle periferie: Germania
e Mezzogiorno
- VI. La crisi e il futuro della costruzione europea
- 1. Nella crisi: salvataggi, politiche, riforme
- 2. La spirale banche-debito sovrano
- 3. Le politiche di austerità
- 4. Industria 4.0: opportunità o nuovo fattore di divergenza?
- 5. Una politica industriale per lo sviluppo
- Appendice
- Conclusioni
- Riferimenti bibliografici
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
Il tuo browser non supporta la tecnologia necessaria per visualizzare l'anteprima.
Per visualizzzare l'anteprima utilizza uno dei seguenti browser.