«Voglio aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita»
Enzo Bianchi
«…gioventù piena di grazia, di vigore e di fascino, lo sai che la Vecchiaia può succedere a te con eguale grazia, vigore e fascino?»
Walt Whitman
Terra sconosciuta in cui ci inoltriamo lentamente, paese aspro da attraversare e da conquistare, la vecchiaia ha le sue grandi ombre, le sue insidie e le sue fragilità, ma non va separata dalla vita: fa parte del cammino dell’esistenza e ha le sue chances. È il tempo di piantare alberi per chi verrà. Vecchiaia è arte del vivere, che possiamo in larga parte costruire, a partire dalla nostra consapevolezza, dalle nostre scelte, dalla qualità della convivenza che coltiviamo insieme agli altri, mai senza gli altri, giorno dopo giorno. È un prepararsi a lasciare la presa, ad accettare l’incompiuto, ad allentare il controllo sul mondo e sulle cose. Nell’inesorabile faccia a faccia con il corpo che progressivamente ci tradisce, Enzo Bianchi invita tutti noi ad accogliere questo tempo della vita pieno, senza nulla concedere a una malinconica nostalgia del futuro, ma anzi trovando qui l’occasione preziosa di un generoso atto di fiducia verso le nuove generazioni.
Vincitore del Premio Letterario “Della Resistenza” Città di Omegna 2019
Enzo Bianchi ha fondato la Comunità Monastica di Bose di cui è stato Priore fino al 2017. È autore di testi sulla spiritualità cristiana e sul dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Collabora a «La Stampa», «Avvenire», «Repubblica». Tra i suoi numerosi saggi segnaliamo «Dono e perdono» (2014), «Spezzare il pane» (2015), «Gesù e le donne» (2016), tutti pubblicati da Einaudi; per Rizzoli «Raccontare l’amore» (2015) e, per il Mulino, «Ama il prossimo tuo» (con M. Cacciari, 2011).