Il manuale ha come modello di riferimento i principi costituzionali, che vengono a formare un patrimonio e una grammatica condivisi alla luce dei quali orientare in modo critico l’analisi delle questioni penalistiche fondamentali. Costante è il richiamo al tema della laicità del diritto penale. In questa seconda edizione gli argomenti di parte generale sono stati aggiornati a livello legislativo, giurisprudenziale, dottrinale, sempre in un inquadramento culturale ampio che tiene conto del dibattito scientifico internazionale.
INDICE DEL VOLUME: Premessa. - IL DIRITTO PENALE. - I. Diritto penale: nozione e funzioni. - II. Pena: caratteristiche e finalità. - III. Legge penale: ambito di validità spaziale e personale. - I PRINCIPI. - IV. Il diritto penale orientato secondo la Costituzione. - V. Legalità. - VI. Personalità. - VII. Offensività. - VIII. Laicità. - IL REATO. - Parte prima: Introduzione. - IX. Nozioni generali. - X. Analisi e sistematica del reato. - XI. Attori del conflitto: autore e vittima del reato. - Parte seconda: Tipicità. - XII. Dimensione oggettiva della tipicità. - XIII. Causalità. - XIV. Reato omissivo. - XV. Dolo. - XVI. Colpa. - XVII. Errore sul fatto. - XVIII. Preterintenzione. - XIX. Responsabilità oggettiva. - XX. Elemento soggettivo nelle contravvenzioni. - Parte terza: Antigiuridicità. - XXI. Nozione di «antigiuridicità». - XXII. Scriminanti. - Parte quarta: Colpevolezza. - XXIII. Colpevolezza. - XXIV. Imputabilità. - XXV. Coscienza dell’illiceità. - XXVI. Scusanti. - Parte quinta: Punibilità. - XXVII. Condizioni obiettive di punibilità. - XXVIII. Condizioni negative di punibilità. - FORME DI MANIFESTAZIONE DEL REATO. - XXIX. Tentativo. - XXX. Concorso di persone. - UNITÀ E PLURALITÀ DI REATI. - XXXI. Concorso apparente di norme e concorso di reati. - «ACCIDENTALIA DELICTI»: IL REATO CIRCOSTANZIATO. - XXXII. Circostanze del reato. - LE CONSEGUENZE DEL REATO. - Parte prima: Sanzioni. - XXXIII. Pene principali e pene accessorie. - XXXIV. Commisurazione della pena. - XXXV. Sanzioni civili ed effetti penali della condanna. - Parte seconda: Cause estintive. - XXXVI. Cause di estinzione del reato e della pena. - Parte terza: Misure di sicurezza. - XXXVII. Misure di sicurezza. - LE MISURE DI PREVENZIONE. - XXXVIII. Misure di prevenzione. - LA RESPONSABILITÀ DA REATO DEI SOGGETTI METAINDIVIDUALI. - XXXIX. La responsabilità da reato dei soggetti metaindividuali. - Indice analitico.
:: LE PRINCIPALI MODIFICHE INTRODOTTE DALLA C.D. “RIFORMA ORLANDO” AL DIRITTO PENALE SOSTANZIALE ::
Stefano Canestrari, professore ordinario di Diritto penale nell’Università di Bologna, è membro del Comitato Nazionale per la Bioetica. Tra i suoi libri ricordiamo: «L’illecito penale preterintenzionale» (Cedam, 1989), «Dolo eventuale e colpa cosciente. Ai confini tra dolo e colpa nella struttura delle tipologie delittuose» (Giuffrè, 1999) e da ultimo «Principi di biodiritto penale» (Il Mulino, 2015). È tra i curatori del «Trattato di biodiritto» (dir. S. Rodotà e P. Zatti, Giuffrè, 2012). Luigi Cornacchia è professore associato di Diritto penale nell’Università del Salento. Tra le sue pubblicazioni: «Concorso di colpe e principio di responsabilità penale per fatto proprio» (Giappichelli, 2004) e «Funzione della pena nello Statuto della Corte Penale Internazionale» (Giuffrè, 2009). Giulio De Simone è professore ordinario di Diritto penale nell’Università del Salento. Tra le sue pubblicazioni: «Persone giuridiche e responsabilità da reato. Profili storici, dogmatici e comparatistici» (ETS, 2012) e «Il delitto di atti persecutori» (Aracne, 2013).
- Premessa
- IL DIRITTO PENALE
- I. Diritto penale: nozione e funzioni
- 1. Definizione
- 2. Definizione sostanziale: i compiti del diritto penale
- 3. Funzione dello «ius puniendi»
- 4. Il problema della legittimazione del diritto penale
- 5. Definizione formale: sanzione e norma penale nella legislazione italiana
- 6. Le conseguenze giuridiche del reato: pene e misure di sicurezza
- 7. La distinzione tra il diritto penale e gli altri rami dell'ordinamento giuridico
- 8. Diritto penale e Costituzione
- 9. Il codice penale
- 10. Parte generale e parte speciale del diritto penale
- 11. Diritto penale e scienza penale
- II. Pena: caratteristiche e finalità
- 1. Premessa
- 2. I caratteri essenziali della pena: afflittività e significatività simbolico-espressiva
- 3. Il dibattito sui fini della pena
- 4. La teoria retributiva
- 5. Le c.d. «correnti neoretribuzionistiche»
- 6. La prevenzione generale
- 7. (segue) La prevenzione generale negativa
- 8. (segue) La prevenzione generale positiva
- 9. La prevenzione speciale
- 10. Le teorie sincretistiche o eclettiche
- 11. La pena nella sua dimensione costituzionale: il principio di umanità
- 12. Il finalismo rieducativo quale connotato essenziale della pena costituzionalmente orientata
- 13. Il principio di proporzione
- 14. Le finalità della pena viste in rapporto alle diverse fasi della sua dinamica
- III. Legge penale: ambito di validità spaziale e personale
- I. AMBITO DI VALIDITÀ SPAZIALE
- 1. Premessa
- 2. Il principio di territorialità
- 3. «Locus commissi delicti»
- 4. Reati commessi all'estero
- 5. Il delitto politico commesso all'estero
- 6. (segue) Il delitto politico in senso oggettivo
- 7. (segue) Il delitto politico in senso soggettivo
- 8. Il reato politico nella Costituzione
- II. AMBITO DI VALIDITÀ PERSONALE
- 9. Il principio di obbligatorietà della legge penale
- 10. Le immunità penali
- 11. Natura giuridica delle immunità
- 12. Le immunità penali previste dal diritto pubblico interno
- 13. Le immunità penali previste dal diritto internazionale
- 14. Irrilevanza delle immunità davanti alla Corte penale internazionale
- I PRINCIPI
- IV. Il diritto penale orientato secondo la Costituzione
- 1. Il volto costituzionalmente orientato dell'illecito penale
- 2. Principi fondamentali e principi criteriologici (regole)
- 3. Principi fondamentali assiomatici (o dimostrativi) e argomentativi (o di indirizzo politico)
- 4. I principi della Costituzione. Principi fondanti e principi delimitativi. Principi e regole costituzionali. Principi e caratteri del diritto penale
- V. Legalità
- I. PRINCIPIO DI LEGALITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE»
- 1. Premesse storiche e fondamento garantistico del principio di legalità: significato ideologico e tecnico-giuridico
- 2. Le fonti della legalità e le sue diverse «dimensioni»: introduzione ai principi di riserva di legge, tassatività e irretroattività. Legalità del fatto e della pena
- II. PRINCIPIO DI RISERVA DI LEGGE («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE SCRIPTA»
- 3. La riserva di legge come principio fondamentale dell'attuale assetto democratico disegnato dalla Costituzione
- 4. Il concetto di «legge» nell'art. 25, comma 2, Cost.: leggi costituzionali, leggi ordinarie, decreti legislativi, decreti legge, decreti governativi adottabili in tempo di guerra
- 5. I rapporti fra la legge e le fonti ad essa subordinate: riserva di legge assoluta o relativa. Il problema della c.d. «norma penale in bianco»
- 6. Il ruolo della consuetudine
- III. RISERVA DI LEGGE E DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA
- 7. Riserva di legge e fonti del diritto comunitario penale
- 8. La competenza penale dell'Unione europea
- 9. La definizione di «norma penale minima»
- 10. Le soluzioni al conflitto tra diritto europeo e sistema penale nazionale
- 11. La questione della democraticità della norma penale europea
- 12. La Corte di Strasburgo e la «matière pénale»
- IV. PRINCIPIO DI TASSATIVITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE SCRIPTA ET STRICTA»
- 13. Il principio di tassatività: a) sufficiente determinatezza della fattispecie penale come principio costituzionale
- 14. (segue) Tipicità come precipitato tecnico del principio costituzionale di tassatività
- 15. (segue) Redazione descrittiva e redazione sintetica delle norme: in particolare, il problema delle c.d. «clausole generali di incriminazione suppletiva»
- 16. (segue) Tassatività-determinatezza come principio costituzionale giustiziabile
- 17. Il principio di tassatività: b) divieto di «analogia in malam partem»
- 18. (segue) Il problema della c.d «analogia in bonam partem»
- 19. Il nesso logico tra principio di tassatività e carattere sussidiario («extrema ratio») e frammentario dell'intervento penale
- V. PRINCIPIO DI IRRETROATTIVITÀ DELLA LEGGE PENALE («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE PRAEVIA») E SUCCESSIONE DI LEGGI IN DIRITTO PENALE
- 20.Il divieto di retroattività della legge penale: da regola della successone di leggi penali (art. 2, comma 1, c.p.) a principio costituzionale (art, 25, comma 2, Cost.)
- 21. I principi di retroattività e di ultrattività della legge penale più favorevole
- 22. La c.d. «abolitio criminis» (art. 2, comma 2, c.p.): assoluzione piena e superamento del giudicato di condanna
- 23. (segue) Il fenomeno della c.d. «depenalizzazione»: «abolitio criminis» e degradazione del reato a illecito amministrativo
- 24. La successione di leggi penali in senso stretto (art. 2, comma 4, c.p.): il problema dei mobili confini rispetto all'«abolitio criminis»
- 25. (segue) I criteri di delimitazione tra «abolitio criminis» e successione di leggi in senso stretto
- 26. (segue) Gli effetti della successione di leggi penali in senso stretto: pluralità di modifiche legislative; il limite del giudicato; l'iperretroattività di legge modificativa del comma 3
- 27. (segue) Il concetto di «legge più favorevole al reo» ex art. 2, comma 4, c.p.
- 28. (segue) Divieto di retroattività della legge penale di faovre rispetto a leggi eccezionali e temporanee (art. 2, comma 5, c.p.)
- 29. (segue) L'ipotesi del decreto legge non convertito o convertito con emendamenti (comma 6)
- 30. (segue) Successione di leggi e dichiarazione di incostituzionalità di una norma penale
- 31. La retroattività della «lex mitior» nella giurisprudenza costituzionale: l'intevento della Consulta «in malam partem» su norme di favore
- 32. (segue) La retroattività «in mitius» e il mutamento giurisprudenziale
- 33. (segue) Il problema della modifica delle norme extrapenali richiamate da norma penale in bianco
- 34. (segue) Il problema della successione di norme processuali penali
- 35. Il «tempus commissi delicti»
- 36. Il principio costituzionale di legalità come principio cornice. Il divieto di retroattività come «regola di rango costituzionale»
- VI. Personalità
- 1. La duplice dimensione semantica del principio di personalità sancito dall'art. 27 Cost.; nesso con la funzione della pena; pincipio di proporzione
- I. PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀ PER FATTO PROPRIO («NULLUM CRIMEN SINE PECULIARI OFFICIO»)
- 2. Il principio di responsabilità individuale: (in negativo) divieto di responsabilità penale per fatto altrui, di responsabilità collettiva, di responsabilità di posizione, di responsabilità per il caso; (in positivo) responsabilità per fatto proprio come problema di imputazione del fatto al soggetto
- 3. La relazione tra fatto e soggetto: criteri di attribuibilità
- 4. L'art. 27, comma 1, Cost. come fondamento della responsabilità penale
- 5. Il principio di personalità come problema di individuazione dei soggetti responsabili: il pregiudizio derivante dall'imperativismo
- 6. La concezione normocostituzionale discendente dal principio di personalità
- 7. La competenza come cardine dell'imputazione secondo il principio di responsabilità per fatto proprio
- 8. Competenze generali e competenze istituzionali
- 9. «Nullum crimen sine peculiari officio»
- 10. Il ruolo ancillare della causalità
- 11. Il principio di responsabilità individuale nel diritto vigente
- 12. Responsabilità personale nella prospettiva costituzionalmente orientata
- II. PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA («NULLUM CRIMEN SINE CULPA»)
- 13. Il significato «evolutivo» dell'art. 27, comma 1, Cost.: responsabilità personale come responsabilità colpevole (rinvio)
- VII. Offensività
- 1. Il generico concetto di «offesa»
- I. PRINCIPIO DI MATERIALITÀ («COGITATIONIS POENAM NEMO PATITUR»)
- 2. Il principio di materialità o esteriorità: intangibilità della sfera privata, obbligo di prova per l'accusa e «nemo tenetur se detegere»
- II. PRINCIPIO DI OFFESA («NEMINEM LAEDERE»)
- 3. Il principio di offesa ad altri: il problema del paternalismo
- III. PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ O NECESSARIA LESIVITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA PONEA SINE INIURIA»)
- 4. Il principio di offensività o necessaria lesività
- 5. Il bene giuridico
- 6. La concezione «materiale» o «realistica» del reato
- 7. La fondazione costituzionale del principio di offensività
- 8. Assunzione della Costituzione come fondamento e non mero limite dell'intervento penale: la concezione di Bricola. a) I beni meritevoli di tutela
- 9. (segue) b) Le tecniche di tutela costituzionalmente legittime
- 10. Offensività come categoria e come principio. La funzione del principio di necessaria lesività in un diritto penale costituzionalmente orientato
- 11. Deviazioni dal canone della necessaria lesività
- 12. Il principio di offensività. a) Come canone interpretativo nella prassi della Corte costituzionale
- 13. (segue) b) Nella giurisprudenza europea: obblighi sovranazionali di tutela penale
- 14. Tutela di beni giuridici e tutela di norme. Diritto penale del cittadino e diritto penale del nemico
- VIII. Laicità
- 1. Definizione
- 2. Laicità e «status» di cittadino
- 3. Laicità come carattere desumibile dai principi della Carta fondamnetale della Repubblica. a) I principi fondamentali dell'intero ordinamento
- 4. (segue) b) I principi costituzionali della responsabilità penale
- 5. Ambiti di incidenza della laicità
- 6. Laicità e tutela del sentimento religioso o morale
- 7. Laicità e tutela della libertà religiosa
- 8. Laicità e ambiti giuridici a caratterizzazione etica
- 9. Laicità e struttura del rimprovero penale
- 10. Il senso della laicità alla luce dei principi costituzionali. a) Tutela del pluralismo
- 11. (segue) b) Concezione antipaternalistica della responsabilità
- 12. Laicità e garanzia del cittadino dal potere tecnocratico
- 13. Laicità come carattere (e non come principio) del diritto penale
- IL REATO
- PARTE PRIMA: INTRODUZIONE
- IX. Nozioni generali
- 1. La definizione formale e sostanziale di «reato»
- 2. Il reato e le altre tipologie di illecito
- 3. (segue) L'illecito civile
- 4. (segue) L'illecito amministrativo
- 5. La distinzione tra «delitti» e «contravvenzioni»
- 6. La classificazione dei tipi di reato
- 7. L'anticipazione della tutela: reati di danno e reati di pericolo
- 8. (segue) La classica distinzione nell'ambito degli illeciti di pericolo: «reati di pericolo concreto» e «reati di pericolo astratto»
- 9. (segue) Il pericolo concreto come elemento della fattispecie penale
- 10. (segue) Le tipologie di reato di pericolo astratto
- X. Analisi e sistematica del reato
- 1. Metodo deduttivo, topico e sintetico nell'analisi del reato
- 2. Paradigmi nella sistematica del reato: le concezioni tedesche del XX secolo
- 3. La tradizione italiana: concezione bipartita, tripartita, quadripartita
- 4. Oggettivo e soggettivo in diritto penale: il dibattito sul c.d. «oggettivismo»
- 5. Fatto tipico doloso e colposo
- XI. Attori del conflitto: autore e vittima del reato
- 1. L'umanesimo e il personalismo come tratti salienti e irrinunciabili del diritto penale
- 2. L'individuo come autore idealtipico del fatto illecito
- 3. Reati comuni e reati propri
- 4. Il soggetto passivo del reato
- PARTE SECONDA: TIPICITÀ
- XII. Dimensione oggettiva della tipicità
- 1. Gli elementi della tipicità
- 2. La condotta cosciente e volontaria
- 3. L'evento
- 4. I presupposti del reato
- 5. L'oggetto materiale del reato
- XIII. Causalità
- I. IL CONCETTO DI «CAUSALITÀ»
- 1. Il concetto di «causa»
- 2. Causalità nei reati di evento
- 3. Causalità come criterio di descrizione del fatto (contributo alla tipicità) e di ascrizione dell'evento (fondamento dell'imputazione)
- 4. Il concetto penalmente rilevante di «causalità»
- 5. Teoria dell'equivalenza
- 6. Teoria della «condicio sine qua non»
- II. SUSSUNZIONE SOTTO LEGGI SCIENTIFICHE
- 7. La teoria della sussunzione sotto leggi scientifiche. a) Modelli nomologici e descrizione dell'evento
- 8. (segue) b) La sussunzione sotto generalizzazioni ricavabili da leggi scientifiche
- 9. (segue) c) Il problema delle assunzioni tacite e il ragionamento «ceteris paribus»
- 10. (segue) d) Probabilità statistica del paradigma nomologico versus probabilità logica della spiegazione causale: il limite garantistico del «ragionevole dubbio»
- 11. Indagini epidemiologiche e causalità scientifica
- 12. La causalità come garanzia di rispetto del principio di responsabilità per fatto proprio ex art.27, comma 1, Cost.?
- III. CONCORSO DI CAUSE
- 13. Il concorso di cause previsto dall'art. 41
- 14. Le cause sopravvenute da sole sufficienti a determinare l'evento
- 15. Efficacia esclusiva delle sole cause sopravvenute
- 16. Cause da sole sufficienti a determinare l'evento. a) Serie causali assolutamente autonome
- 17. (segue) b) Cause eccezionali
- 18. (segue) c) Concause occasionali: l'art. 41, comma 2, interpretato come ricettacolo di criteri di ulteriore delimitazione normativa dell'imputazione dell'evento
- 19. (segue) d) Dalla «eccezionalità» alla «eccezione a una regolarità predefinita» come conferma del paradigma nomologico-scientifico
- 20. L'inadeguatezza del modello disegnato dall'art. 41, comma 2, c.p.
- 21. Il problema delle deviazioni essenziali prodotte dall'intervento di più cause
- IV. IMPUTAZIONE OGGETTIVA
- 22. Il contributo della teoria dell'imputazione oggettiva dell'evento
- 23. Prospettiva «ex ante»: creazione di rischio illecito; competenza rispetto al rischio
- 24. Prospettiva «ex post»: realizzazione nell'evento dello specifico riscio disapprovato presente nella condotta non consentita. Il concetto normativo di «causa sopravvenuta»
- 25. «Imputatio» versus «causa ed excludendum»
- 26. Caso fortuito e forza maggiore
- V. CAUSALITÀ ADDIZIONALE, CAUSALITÀ CUMULATIVA, EFFETTI SINGERGICI
- 27. Il concetto normativo di «causa» del reato
- 28. Interposizione mediatrice versus interposizione interruttiva
- 29. Il concorso di cause indipendenti come fenomeno di sviamento del decorso eziologico. a) Interposizione mediatrice
- 30. (segue) b) Causalità addizonale
- 31. (segue) c) Causalità cumulativa o da interazione necessaria
- 32. (segue) d) Effetti sinergici
- 33. Imputazione e tipicità: riflessi sulle formule processuali assolutorie
- XIV. Reato omissivo
- 1. Omissione e reati omissivi
- 2. Reati omissivi propri e reati omissivi impropri
- 3. Gli elementi costitutivi della fattispecie omissiva
- 4. Causalità e omissione
- 5. L'obbligo giuridico di impedire l'evento: teoria formale e approccio sostanzialistico. Le posizioni di garanzia
- 6. (segue) Le posizioni di protezione
- 7. (segue) Le posizioni di controllo
- 8. La responsabilità per omesso impedimento dell'evento all'interno delle organizzazioni complesse: posizioni di garanzia e delega di funzioni
- 9. (segue) La delega di funzioni nel diritto penale del lavoro
- XV. Dolo
- I. DEFINIZIONE DI «DOLO»
- 1. Cenni storici
- 2. La regola dell'imputazione dolosa per i delitti
- 3. La definizione legislativa di «dolo»
- II. STRUTTURA DEL DOLO
- 4. La struttura del dolo
- 5. (segue) a) L'elemento rappresentativo
- 6. (segue) b) L'elemento volitivo
- 7. (segue) c) L'oggetto del dolo
- III. FORME PRINCIPALI DEL DOLO IN RELAZIONE ALL'ELEMENTO VOLITIVO E A QUELLO RAPPRESENTATIVO
- 8. La classificazione tripartita
- 9. (segue) a) Dolo intenzionale
- 10. (segue) b) Dolo diretto
- 11. (segue) c) Dolo eventuale
- 12. L'abbandono delle impostazioni tradizionali in relazione al concetto di «dolo eventuale». a) Le teorie cognitive o della rappresentazione
- 13. (segue) b) Le teorie volitive
- 14. (segue) c) La versione «moderna» della teoria del consenso e il c.d. «criterio dell'accettazione del rischio» richiamato dalla giurisprudenza
- 15. Il versante oggettivo del dolo eventuale: il rischio (non consentito) doloso
- 16. Il versante soggettivo del dolo eventuale: l'elemento rappresentativo e quello volitivo
- 17. La definizione corretta di «dolo eventuale» e la soluzione di alcuni casi problematici
- IV. ALTRE FORME DEL DOLO
- 18. Dolo alternativo e dolo indeterminato
- 19. Dolo generico e dolo specifico
- 20. Dolo di danno e dolo di pericolo
- 21. Dolo iniziale, concomitante e successivo
- 22. Dolo generale
- 23. Dolo d'impeto, di proposito, e premeditazione
- V. INTENSITÀ E ACCERTAMENTO DEL DOLO
- 24. L'intensità del dolo
- 25. L'accertamento del dolo
- VI. IPOTESI PARTICOLARI
- 26. Dolo del delitto tentato
- 27. Dolo del soggetto non imputabile
- XVI. Colpa
- 1. La colpa come criterio «eccezionale» di responsabilità penale nei delitti
- 2. La definizione legale di «delitto colposo» e la doppia collocazione sistemica della colpa
- 3. La colpa come elemento psicologico del reato: a) l'assenza di volontà del fatto; b) il ruolo dell'elemento intellettivo nella colpa
- 4. La crisi del concetto unitario di «colpa»
- 5. La coscienza e volontà della condotta nei reati colposi
- 6. La condotta colposa e la violazione del dovere oggettivo di diligenza
- 7. La colpa generica. Genesi e individuazione delle regole cautelari
- 8. La colpa specifica
- 9. Il contenuto delle regole cautelari e il superamento del rischio
- 10. Il principio di affidamento
- 11. La causazione colposa dell'evento
- 12. Questioni processuali. Le modalità di contestazione della colpa
- 13. La c.d. «misura oggettiva»
- 14. Il grado della colpa
- 15. Linee guida e colpa grave. La nuova colpa professionale del medico dopo la «legge Balduzzi» e la «legge Gelli-Bianco»
- XVII. Errore sul fatto
- 1. Errore, ignoranza e dubbio; errore-motivo ed errore-inabilità
- 2. L'errore sul fatto quale riflesso negativo del dolo: la disciplina prevista nell'art. 47, comma 1, c.p.
- 3. Errore sul fatto ed errore sul precetto versus errore di fatto ed errore di diritto
- 4. L'errore sul fatto determinato da colpa
- 5. L'errore tra due condotte consecutive dello stesso autore (ovvero: l'ipotesi del dolo «colpito a mezza via» dall'errore)
- 6. L'errore su norma extrapenale che cagiona un errore sul fatto
- 7. L'errore sugli elementi specializzanti della fattispecie
- 8. L'errore determinato dall'altrui inganno
- XVIII. Preterintenzione
- 1. La preterintenzione come forma generale e autonoma di responsabilità
- I. STRUTTURA DELLA RESPONSABILITÀ PRETERINTENZIONALE
- 2. L'imputazione dell'evento più grave «necessariamente» non voluto
- 3. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a responsabilità oggettiva
- 4. La variante della «responsabilità da rischio (vietato)»: il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo misto a prevedibilità ed evitabilità dell'evento più grave
- 5. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a colpa specifica (per inosservanza di leggi penali)
- 6. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a colpa generica
- 7. L'intepretazione più corretta
- 8. Applicazioni giurisprudenziali dell'omicidio preterintenzionale
- II. REATI AGGRAVATI DALL'EVENTO
- 9. Le diverse tipologie di reati aggravati dall'evento
- 10. La natura preterintenzionale dei delitti dolosi aggravati da un evento («necessariamente») non voluto
- XIX. Responsabilità oggettiva
- I. NOZIONE E INQUADRAMENTO NEL CODICE DEL 1930
- 1. L'art. 42, comma 3, c.p.
- 2. I casi di responsabilità oggettiva nel codice penale
- 3. Le ipotesi di responsabilità oggettiva come deviazione dal principio di colpevolezza
- II. RESPONSABILITÀ OGGETTIVA E PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA
- 4. Il contrasto della responsabilità oggettiva con il principio costituzionale di colpevolezza
- 5. La rilevante evoluzione della giurisprudenza costituzionale: responsabilità oggettiva e colpevolezza nelle sentenze della Corte costituzionale
- III. REATO ABERRANTE E IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
- 6. L'«abberatio delicti» monolesiva e plurilesiva
- 7. L'«aberratio ictus» plurilesiva come ipotesi indubbia di responsabilità oggettiva
- 8. L'«aberratio ictus» monolesiva come ipotesi di responsabilità oggettiva in senso ampio
- IV. CONCORSO DI PERSONE NEL REATO E IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
- 9. La commissione del reato più grave e il comma 2 dell'art. 116 c.p.
- 10. Il concorso di persone nel reato proprio
- V. CONDIZIONI OBIETTIVE DI PUNIBILITÀ
- 11. Le tipologie di condizioni obiettive di punibilità e il fenomeno della responsabilità oggettiva
- VI. IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA «IN SENSO AMPIO». LA C.D. «RESPONSABILITÀ OGGETTIVA OCCULTA»
- 12. La responsabilità oggettiva «in senso ampio»
- 13. La responsabilità oggettiva «occulta»
- VII. SUPERAMENTO DELLO SCHEMA DELLA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
- 14. La riformulazione della disciplina dei reati di stampa
- 15. La riforma del regime di imputazione delle circostanze aggravanti
- XX. Elemento soggettivo nelle contravvenzioni
- PARTE TERZA: «ANTIGIURIDICITÀ»
- XXI. Nozione di «antigiuridicità»
- 1. Il concetto di antigiuridicità oggettiva e i rapporti con la colpevolezza e con la tipicità
- 2. Antigiuridicità e tipicità
- 3. Antigiuridicità e colpevolezza
- 4. Modelli esplicativi. Antigiuridicità penale, extrapenale e prepenale
- 5. Antigiuridicità formale e sostanziale
- 6. Antigiuridicità speciale
- 7. La coscienza dell'antigiuridicità
- XXII. Scriminanti
- I. PREMESSA
- 1.Il concetto di «cause di giustificazione» o «scriminanti»
- 2. La disciplina delle cause di giustificazione
- II. CONSENSO DELL'AVENTE DIRITTO
- 3. Le diverse ipotesi di rilevanza del consenso nell'universo penalistico
- 4. L'art. 50 c.p. e il consenso dell'avente diritto fra tipicità e giustificazione: «ratio» dogmatica e fondamento politico-criminale
- 5. La legittimazione a prestare il consenso e i limiti alla disponibilità del bene giuridico
- 6. La natura giuridica e i requisiti di validità ed efficacia del consenso
- 7. Ipotesi particolari: consenso putativo e consenso presunto
- 8. La rilevanza penale del trattamento medico-chirurgico e il problema del c.d. «consenso informato del paziente»: i c.d. «trattamenti sanitari arbitrati». Rifiuto informato di cura e rinuncia consapevole al trattamento
- III: ESERCIZIO DI UN DIRITTO
- 9. Fondamento e struttura della causa di giustificazione
- 10. Il concetto di «diritto» e il problema delle fonti attributive di «facoltà»
- 11. I limiti e le concrete modalità di esercizio del «diritto»
- 12. Ipotesi di esercizio di un diritto in chiave scriminante: «offendicula», «ius corrigendi», diritto di sciopero, diritto di cronaca giornalistica, «nemo tenetur se detegere»
- IV. ADEMPIMENTO DI UN DOVERE
- 13. L'adempimento di un dovere: definizione e fondamento sostanziale
- 14. Le fonti del dovere: norma giuridica e ordine legittimo della pubblica autorità. La «preferenza» per la volontà statuale
- 15. Legittimità dell'ordine: il potere di sindacato. Eccezioni: errore sul fatto; ordine vincolante. Il problema degli ordini manifestamente criminosi. La progressiva «internazionalizzazione» del problema dell'adempimento di un ordine illegittimo
- 16. Ipotesi speciali di adempimento di un dovere
- V. LEGITTIMA DIFESA
- 17. La «ratio» della causa di giustificazione e la natura del diritto «difendibile»
- 18. Il contenuto della condotta di aggressione: il «pericolo attuale di un'offesa ingiusta» quale presupposto indefettibile della legittima difesa
- 19. Gli elementi strutturali della reazione difensiva. a) La «necessità di difendere un diritto»
- 20. (segue) b) La «proporzione tra difesa e offesa» e il «diritto all'autotutela in un privato domicilio» introdotto con la l. n. 59/2006
- VI. USO LEGITTIMO DELLE ARMI
- 21. Rilievi di orine generale: la matrice «politico-autoritaria» di una scriminante ad ampio spettro applicativo
- 22. L'uso legittimo delle armi tra «autonomia» e «sussidiarietà»: il rapporto con l'«adempimento del dovere» (art. 51 c.p.) e la «difesa legittima» (art. 52 c.p.)
- 23. La struttura dell'esimente. a) I soggetti legittimati all'uso delle armi
- 24. (segue) b) Il «fine di adempiere un dovere del proprio ufficio»
- 25. (segue) c) La necessità di respingere una violenza, di vincere una resistenza ovvero di impedire la consumazione di gravi tipologie delittuose
- 26. L'immanente operatività del requisito della «proporzione» tra i beni giuridici in conflitto come proiezione del principio di imparzialità della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.)
- 27. La disciplina del comma 4: ipotesi speciali di uso legittimo delle armi
- VII. STATO DI NECESSITÀ
- 28. Natura e fondamento della scriminante
- 29. Il requisito del pericolo «non volontariamente causato né altrimenti evitabile» quale presupposto dell'azione necessitata. Il concetto di «danno grave alla persona»
- 30. Il rapporto di proporzione tra danno e pericolo
- 31. La «costrizione» e lo stato di necessità determinato dall'altrui minaccia
- 32. Stato di necessità e dovere di esporsi al pericolo
- PARTE QUARTA: COLPEVOLEZZA
- XXIII. Colpevolezza
- 1. La colpevolezza come categoria sistematica. Dimensione deontologica e dimensione fenomenica
- 2. Colpevolezza giuridica e colpevolezza morale
- 3. Colpevolezza per il fatto versus colpevolezza morale
- 4. L'evoluzione della dogmatica della colpevolezza: dalla concezione psicologica a quella normativa. La colpevolezza come atteggiamento interiore contrario al diritto
- 5. Alla ricerca del fondamento del rimprovero. Il c.d. «concetto sociale di colpevolezza»
- 6. Struttura e contenuti della categoria
- 7. Ruolo e significato della colpevolezza in un sistema penale orientato alla prevenzione
- 8. Colpevolezza come fondamento e colpevolezza come criterio di commisurazione della pena
- 9. La colpevolezza nel diritto civile e nel diritto penale amministrativo
- XXIV. Imputabilità
- I. COLLOCAZIONE SISTEMATICA E FONDAMENTO DELL'IMPUTABILITÀ
- 1. L'imputabilità come presupposto della colpevolezza
- 2. Il fondamento dell'imputabilità
- 3. Il dolo e la colpa del fatto del non imputabile
- 4. L'errore del non imputabile
- II. LA CAPACITÀ D'INTENDERE E DI VOLERE E «ACTIO LIBERA IN CAUSA»
- 5. La capacità d'intendere e di volere
- 6. Il paradigma dell'«actio libera in causa»
- III. CAUSE DI ESCLUSIONE O DI DIMINUZIONE DELL'IMPUTABILITÀ
- 7. La disciplina del codice penale
- 8. La minore età
- 9. Il vizio di mente
- 10. I gradi del vizio di mente
- 11. Vizio di mente e moderne neueoscienze: accertamento giudiziale e riflessi teorici
- 12. Stati emotivi o passionali
- 13. L'azione dell'alcol e delle sostanze stupefacenti
- 14. Ubriachezza accidentale
- 15. Ubriachezza volontaria e colposa
- 16. Ubriachezza preordinata
- 17. Ubriachezza abituale
- 18. Cronica intossicazione da alcol o da sostanze stupefacenti
- 19. L'azione di sostanze stupefacenti
- 20. Il sordismo
- XXV. Coscienza dell'illiceità
- 1. L'art. 5 c.p. e la regola dell'inescusabilità dell'«ignorantia legis»
- 2. L'atteggiamento della dottrina e le prime aperture nella prassi giurisprudenziale. La c.d. «teoria della buona fede» nelle contravvenzioni
- 3. La modifica della norma per mano della Corte costituzionale e le sue implicazioni sul piano sistematico: la conoscibilità del precetto come «condicio sine qua non» del rimprovero di colpevolezza
- 4. I criteri di valutazione dell'evitabilità dell'«ignorantia iuris»
- 5. Le possibili cause dell'errore incolpevole
- 6. I limiti di rilevanza dello stato di dubbio
- 7. La questione dell'oggetto dell'ignoranza: l'illiceità penale o l'illiceità tout court?
- 8. La teoria della colpevolezza sul banco di prova dei reati a condotta neutra
- XXVI. Scusanti
- 1. Natura, fondamento e collocazione sistematica
- 2. Le singole ipotesi: l'ordine illegittimo insindacabile
- 3. L'erronea supposizione dell'esistenza di una scriminante
- 4. Lo stato di necessità
- 5. Altre ipotesi scusanti
- 6. L'inesigibilità quale possibile causa preterlegale di esclusione della colpevolezza
- 7. Sulla possibile rilevanza, quale scusante, del c.d. «fattore culturale»
- PARTE QUINTA: PUNIBILITÀ
- XXVII. Condizioni obiettive di punibilità
- 1. La punibilità quale elemento strutturale del reato
- 2. Definizione di «condizione obiettiva di punibilità»
- 3. Analisi nominale: signifiato di «condizione obiettiva di punibilità»
- 4. Analisi del contenuto dell'art. 44 c.p.
- 5. Genesi e funzione dell'istituto. L'espressa previsione delle condizioni obiettive di punibilità come garanzia del principio di uguaglianza rispetto all'opportunità di punire
- 6. Condizioni obiettive di punibilità ed elementi costitutivi del fatto tipico
- 7. (segue) I criteri di individuazione
- 8. Condizioni intrinseche e condizioni estrinseche
- 9. Condizioni obiettive di punibilità e condizioni di procedibilità
- 10. Le condizioni obiettivi di punibilità come elementi del reato, esterni alla sua dimensione antigiuridica, tipica e colpevole, attinenti alla concreta opportunità della pena
- XXVIII. Condizioni negative di punibilità
- 1. Le condizioni di non punibilità
- 2. La non punibilità per particolare tenuità del fatto introdotta dal d.lgs. n. 28/2015
- 3. Altre ipotesi di condizioni negative di punibilità
- 4. Le cause di non punibilità: riepilogo
- FORME DI MANIFESTAZIONE DEL REATO
- XXIX. Tentativo
- 1. Delitto tentato e reato consumato. L'«iter criminis»
- 2. Le origini dell'istituto
- 3. Il problema dell'inizio dell'attività punibile
- 4. La disciplina dell'art. 56 c.p.
- 5. La direzione non equivoca degli atti
- 6. L'idoneità degli atti
- 7. Tentativo compiuto e incompiuto
- 8. Desistenza volontaria e recesso attivo
- 9. Il dolo del tentativo
- 10. Il tentativo rispetto alle singole fattispecie delittuose
- 11. Delitto tentato circostanziato e delitto circostanziato tentato
- 12. Tentativo e delitti di attentato
- 13. Il reato impossibile
- 14. Il reato putativo
- XXX. Concorso di persone
- I. PLURISOGGETTIVITÀ
- 1. Il reato plurisoggettivo
- 2. Il concorso di persone: definizione normativa
- 3. L'art. 110 c.p. come clausola generale: il significato di «norma a funzione incriminatrice» o «norma di mera disciplina»
- 4. Le norme costituzionali integratrici della definiizone dell'art. 110 c.p.
- 5. Responsabilità personale: inadeguatezza del principio causale
- 6. Tassatività: il problema delle clausole generali
- II. IMPUTAZIONE
- 7. «Imputatio»: la selezione soggettiva
- 8. Competenza come espressione del contemperamento, operato dalla Costituzione, tra libertà individuale e livello minimo giuridicamnte garantito di solidarietà: il dovere giuridico di corretta gestione della propria sfera di libertà
- 9. Doveri giuridici generali e doveri giuridici istituzionali: la solidarietà garantita da istituzioni
- 10. Doveri giuridici di solidarietà espressamente tipizzanti
- 11. Dovere giuridico astratto e sua tipizzazione nella fattispecie
- III. FATTISPECIE CONCORSUALE
- 12. La fattispecie concorsuale
- 13. (segue) a) Concezione estensiva d'autore
- 14. (segue) b) Concezione restrittiva d'autore
- 15. (segue) c) Accessorietà classica e normativa
- 16. (segue) d) Teoria della fattispecie plurisoggettiva eventuale
- 17. (segue) e) Teoria delle fattispecie plurisoggettive differenziate
- 18. Qualificazione normativa e oggetto della previsione
- IV. TIPICITÀ: CONCORSO DOLOSO E COLPOSO
- 19. Concorso nel fatto di reato. Accordo e istigazione non seguiti dalla commissione del reato (art. 15 c.p.)
- 20. La tipicità del fatto concorsuale
- 21. La teoria del concorso nella dogmatica tradizionale. a) L'elemento soggettivo della volontà della realizzazione collettiva come tratto precipuo del concorso di persone
- 22. (segue) b) La teoria del contributo causale
- 23. (segue) c) La teoria dell'agevolazione
- 24. (segue) d) La rinuncia al modello causale e il passaggio a quello prognostico
- 25. Teoria normativa del concorso: la selezione oggettiva secondo i caratteri della tipicità dolosa e colposa
- 26. Concorso doloso
- 27. Concorso colposo («culpa per relationem»)
- 28. Il problema della responsabilità dei concorrenti: differenti modelli descrittivi
- 29. Il problema dei concorrenti non imputabili
- V. DISCIPLINA DEL CONCORSO DI PERSONE
- 30. Circostanze e cause di esclusione della pena
- 31. «Versari». Le figure concorsuali a responsabilità oggettiva
- 32. Responsabilità del partecipe per il reato diverso da quello da lui voluto commesso dagli altri concorrenti (art. 116 c.p.)
- 33. Concorso nel reato proprio: responsabilità del partecipe nel reato proprio non esclusivo (art. 117 c.p.)
- 34. Il reato necessariamente plurisoggettivo
- 35. «Societas scleris». Reato associativo: responsabilità dei vertici per i singoli reati-scopo
- 36. Concorso eventuale o esterno nel reato associativo: la «contiguità»
- 37. Agente provocatore
- UNITÀ E PLURALITÀ DI REATI
- XXXI. Concorso appartente di norme e concorso di reati
- 1. Generalità
- 2. Il concorso apparente di norme
- 3. (segue) Il principio di specialità
- 4. (segue) I criteri di sussidiarietà e di consunzione
- 5. Il concorso di reati
- 6. (segue) Il trattamento sanzionatorio
- 7. Il reato continuato. Generalità
- 8. (segue) Gli elementi costitutivi del reato continuato
- 9. (segue) La determinazione della pena
- 10. (segue) Il reato continuato come reato unico ovvero come pluralità di reati
- 11. Il reato complesso
- «ACCIDENTALIA DELICTI»: IL REATO CIRCOSTANZIATO
- XXXII. Circostanze del reato
- 1. Definizione
- 2. Funzione delle circostanze del reato
- 3. Il sistema delle circostanze del reato nel codice Rocco
- 4. La classificazione delle circostanze
- 5. La distinzione tra «circostanze» ed «elementi costitutivi» del reato
- 6. Il regime di imputazione delle circostanze
- 7. Il concorso di circostanze. Il concorso omogeneo
- 8. (segue) Il concorso eterogeneo. Il bilanciamento delle circostanze
- 9. Il rapporto tra valutazione delle circostanze e commisurazione della pena: il principio del «ne bis in idem»
- 10. Le singole circostanze aggravanti comuni (art. 61 c.p.)
- 11. Le singole circostanze attenuanti (art. 62 c.p.)
- 12. Le circostanze attenuanti generiche (art, 62-bis c.p.)
- 13. Le circostanze inerenti alla persona del colpevole: l'imputabilità e la recidiva
- LE CONSEGUENZE DEL REATO
- PARTE PRIMA: SANZIONI
- XXXIII. Pene principali e pene accessorie
- 1. Le pene in senso stretto
- I. PENE PRINCIPALI
- 2. Le specie di pene principali
- 3. La reclusione e l'arresto
- 4. L'ergastolo
- 5. Le pene limitative della libertà personale applicabili dal giudice di pace: la permanenza domiciliare e il lavoro di pubblica utilità
- 6. Le pene pecuniare
- 7. La conversione delle pene pecuniare
- 8. La conversione delle pene pecuniare per i reati di competenza del giudice di pace
- II. PENE ACCESSORIE
- 9. Generalità
- 10. Le singole pene accessorie
- III. PENE SOSTITUTIVE DELLE PENE DETENTIVE
- 11. Generalità
- 12. La semidetenzione e la libertà controllata
- 13. La pena pecuniaria
- IV. MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE
- 14. Le misure alternative alla detenzione
- 15. L'affidamento in prova al servizio sociale
- 16. La detenzione domiciliare
- 17. La semilibertà
- 18. Liberazione anticipata
- 19. Le ipotesi di rinvio dell'esecuzione della pena
- XXXIV. Commisurazione della pena
- 1. Generalità
- 2. I criteri fattuali di commisurazione della pena: la gravità del reato
- 3. (segue) La capacità a delinquere
- 4. I criteri finalistici di commisurazione della pena
- 5. (segue) La rilettura dell'art. 133 c.p. in chiave costituzionalmente orientata
- 6. La commisurazione della pena pecuniaria
- XXXV. Sanzioni civili ed effetti penali della condanna
- 1. Premessa
- 2. Le singole sanzioni
- 3. Le garanzie per le obbligazioni civili
- 4. Gli effetti penali della condanna
- 5. La riforma del sistema sanzionatorio
- PARTE SECONDA: CAUSA ESTINTIVE
- XXXVI. Cause di estinzione del reato e della pena
- I. PREMESSA
- 1. Generalità
- II. CAUSE DI ESTINZIONE DEL REATO
- 2. Le cause di estinzione del reato
- 3. (segue) a) La morte del reo prima della condanna
- 4. (segue) b) La prescrizione del reato
- 5. (segue) c) L'amnisita propria
- 6. (segue) d) La sospensione condizionale della pena
- 7. (segue) e) La sospensione del procedimento con messa alla prova
- 8. (segue) f) La remissione di querela
- 9. (segue) g) L'oblazione nelle contravvenzioni
- 10. (segue) h) Il perdono giudiziale e altri istituti minorili
- III. CAUSE DI ESTINZIONE DELLA PENA
- 11. Le cause di estinzione della pena. a) La morte del reo
- 12. (segue) b) L'amnistia impropria
- 13. (segue) c) La prescrizione della pena
- 14. (segue) d) L'indulto
- 15. (segue) e) La grazia
- 16. (segue) f) La non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale
- 17. (segue) g) La liberazione condizionale
- 18. (segue) h) La riabilitazione
- PARTE TERZA: MISURE DI SICUREZZA
- XXXVII. Misure di sicurezza
- I. PRESUPPOSTI E DISCIPLINA
- 1. Generalità
- 2. I presupposti di applicazione delle misure di sicurezza: il fatto previsto dalla legge come reato
- 3. (segue) La pericolosità sociale
- 4. (segue) Tipologie di pericolosità sociale specifica
- 5. Misure di sicurezza e principio di legalità
- 6. I limiti temporali delle misure di sicurezza
- II. MISURE DI SICUREZZA PERSONALI
- 7. Generalità
- 8. (segue) La disciplina dell'esecuzione
- 9. (segue) Le singole misure di sicurezza personali. a) L'assegnazione a una colonia agricola o a una casa di lavoro
- 10. (segue) b) L'assegnazione a una casa di cura e custodia
- 11. (segue) c) Il ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario
- 12. (segue) d) Il ricovero dei minori in un riformatorio giudiziario
- 13. (segue) e) La libertà vigilata
- 14. (segue) f) Il divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province
- 15. (segue) g) Il divieto di frequentare osterie e pubblici spacci di bevande alcoliche
- 16. (segue) h) L'espulsione dello straniero e l'allontanamento del cittadino appartenente a uno Stato membro dell'Unione eruopea dallo Stato
- III. MISURE DI SICUREZZA PATRIMONIALI
- 17. Generalità
- 18. (segue) La cauzione di buona condotta
- 19. (segue) La confisca
- LE MISURE DI PREVENZIONE
- XXXVIII. Misure di prevenzione
- 1. Generalità
- 2. I presupposti applicativi
- 3. Le misure di prevenzone personali. a) L'avviso orale (art. 3 d.lgs. n. 159/2011)
- 4. (segue) b) La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza (art. 6 d.lgs. n. 159/2011)
- 5. (segue) c) Il foglio di via obbligatorio (art. 2 d.lgs. n. 159/2011)
- 6. Le misure di prevenzione patrimoniali
- LA RESPONSABILITÀ DA REATO DEI SOGGETTI METAINDIVIDUALI
- XXXIX. La responsabilità da reato dei soggetti metaindividuali
- 1. Persone giuridiche e diritto penale: il «societas delinquere non potest» come pensiero dominante nella cultura penalistica europea degli ultimi due secoli
- 2. Critiche, sul versante politico-criminale, rivolte al principio «societas delinquere non potest»
- 3. Gli ostacoli frapposti sulla via del riconoscimento di un'autentica responsabilità penale degli enti (e i vari modi escogitati per aggirarli)
- 4. L'inedito paradigma di responsabilità da reato delle persone giuridiche meso a punto nel d.lgs. n. 231/2001
- 5. Struttura e natura giuridica responsabili
- 6. I soggetti collettivi responsabili
- 7. I criteri oggettivi di imputazione
- 8. I criteri soggettivi di imputazione e la c.d. «colpevolezza di organizzazione» dell'ente
- 9. I reati-presupposto
- 10. I meccanismi sanzionatori applicabili agli enti
- Indice analitico