Quale rapporto sussiste fra transizione alla democrazia e costituzionalismo? Che ruolo hanno svolto in passato le Corti costituzionali nei processi di democratizzazione? Quali «lezioni» possono trarre da tali esperienze i Paesi – come quelli coinvolti nella c.d. «Primavera araba» – che stanno attualmente affrontando una transizione da un regime non democratico? Sono questi alcuni dei principali quesiti che ispirano il volume. Oggetto della ricerca sono infatti le tre generazioni di Corti costituzionali europee istituite in seguito ai tre grandi processi di transizione democratica verificatisi in Europa nel corso del Novecento. Dall’analisi emerge come, proprio attraverso l’azione svolta nel corso di tali processi, le Corti costituzionali siano riuscite a trovare legittimazione nell’ordinamento costituzionale di riferimento e all’interno delle dinamiche delle rispettive forme di governo. Nonostante alcune ombre nella loro azione, le Corti si sono affermate come attori protagonisti delle transizioni, riuscendo a mitigare quel forte grado di incertezza che caratterizza il destino di ciascuno di questi processi, e scongiurando così il rischio di trovarsi in presenza di Costituzioni senza costituzionalismo.
Francesco Biagi è Senior Research Fellow presso la Max Planck Foundation for International Peace and the Rule of Law (Heidelberg) e Researcher presso il Center for Constitutional Studies and Democratic Development (Bologna). Fra le sue pubblicazioni: «Political and Constitutional Transitions in North Africa: Actors and Factors» (con J.O. Frosini, a cura di, Routledge, 2015).
- Ringraziamenti
- Presentazione, di Giuseppe de Vergottini
- Introduzione
- I. Transizioni democratiche e istituzione delle Corti costituzionali
- 1. Le transizioni democratiche
- 2. Transizione formale e transizione sostanziale
- 3. Dalla Staatsgerichtsbarkeit alla Verfassungsgerichtsbarkeit
- 4. Le difficoltà delle prime Corti costituzionali europee
- 5. Lo stretto legame tra i processi di transizione democratica e l'istituzione delle Corti costituzionali a partire dal secondo dopoguerra
- II. La prima generazione: il caso della Corte costituzionale italiana
- 1. La previsione della Corte costituzionale nella carta del 1948
- 2. L'entrata in funzione della Corte costituzionale: un iter lungo e complesso
- 3. 1948-1956: la transizione sostanziale bloccata
- 4. Il sindacato diffuso come «canale di continuità» dello Stato
- 5. La Corte costituzionale nella transizione sostanziale
- 6. La Corte costituzionale: un organo nuovo, di rottura e controcorrente
- III. La seconda generazione: il caso del Tribunale costituzionale spagnolo
- 1. La transizione alla democrazia e la politica del consenso
- 2. L'istituzione del Tribunale costituzionale
- 3. Le quattro linee di intervento del Tribunale
- 4. Le ragioni di un'azione di successo
- IV. La terza generazione: il caso della Corte costituzionale della Repubblica Ceca
- 1. Dalla Rivoluzione di Velluto alla nascita di due Stati indipendenti
- 2. La Repubblica Ceca tra continuità con il passato, questioni interne e integrazione europea
- 3. Accettazione e rigetto della Corte costituzionale
- 4. Dealing with the past: la Corte e la giustizia di transizione
- 5. La Corte e la tutela dei diritti fondamentali
- 6. Il guardiano della Rivoluzione di Velluto
- V. Tre generazioni a confronto
- 1. Gli interventi comuni: l'affermazione della normatività della Costituzione e la tutela dei diritti fondamentali
- 2. Questioni specifiche all'attenzione delle Corti costituzionali
- 3. Il successo del sistema accentrato
- 4. I fattori di condizionamento dell'azione delle Corti costituzionali
- 5. Counter-majoritarian difficulty e processi di transizione
- 6. Le Corti costituzionali come garanti del successo delle transizioni alla democrazia?