«una pietra miliare nello studio del papato moderno
e del suo rapporto con l’evoluzione politica dell’Europa moderna»
American Historical Reviewx
Rovesciando una prospettiva tradizionale che vedeva nello stato della Chiesa un ingombrante residuo dell’epoca precedente e un ostacolo allo sviluppo delle forme statuali moderne, questo saggio ormai classico mostra come il pontefice, a un tempo sovrano di uno stato territoriale e capo della cristianità, papa-re, in quello sviluppo giocò in realtà un ruolo decisivo. La monarchia papale fornisce infatti allo Stato il modello per incorporare la religione all’interno della politica e per costruire le moderne chiese territoriali. È questa l’eredità che il papato della prima età moderna ha lasciato alla Chiesa e allo Stato dei secoli successivi.
Paolo Prodi è professore emerito dell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato anche «Il sacramento del potere» (1992), «Una storia della giustizia» (2000), «Settimo non rubare» (2009). Nel 2012 è iniziata la raccolta dei suoi scritti, di cui sono usciti i primi tre volumi: «Storia moderna o genesi della modernità?», «Cristianesimo e potere», «Profezia vs utopia».