«Un saggio di grande tensione intellettuale e di affascinante lettura»
Renato Minore
Dopo le mnemotecniche rinascimentali dell’ormai classico «Clavis universalis», Paolo Rossi non ha mai smesso di occuparsi dei teatri della memoria. E in questo libro mostra come, lungi dal costituire un fossile intellettuale, l’arte della memoria abbia subito una serie di rinascite e trasfigurazioni. Ad esempio, le immagini costruite per ricordare che compaiono, fra Cinque e Seicento, negli scritti dei Gesuiti, nella manualistica per i confessori, nei catechismi per gli illetterati, ricompaiono oggi nelle scuole per pubblicitari. Memoria e immaginazione non sono dunque facoltà contrapposte, come vuole certa disinvolta pedagogia antinozionistica.
Paolo Rossi (1923-2012) ha insegnato Storia della filosofia nell’Università di Firenze. Tra i suoi molti volumi pubblicati con il Mulino i più recenti sono «Speranze» (2008), la nuova edizione del «Paragone degli ingegni moderni e postmoderni» (2009) e «Mangiare» (2011).