Coniata da Blumer, l'espressione «interazionismo simbolico» designa una delle prospettive teoriche che hanno maggiormente influenzato la sociologia, la psicologia sociale e le altre scienze sociali contemporanee. Questo volume fondativo pone le premesse dell'approccio interazionista, che ha ispirato anche autori come Goffman: gli esseri umani agiscono sulla base dei significati che attribuiscono alle cose; tali significati, elaborati e modificati attraverso un processo interpretativo, emergono dall'interazione tra individui. Questi, dunque, non sono attori passivi guidati da forze esterne, bensì artefici della propria condotta. L'importanza primaria riconosciuta al significato soggettivo e al processo dell'interazione sociale, abbinata a una metodologia prevalentemente qualitativa che si sforza di comprendere il «mondo dell'altro» come quest'ultimo lo vede, ha portato l'interazionismo simbolico a conquistare stabilmente uno spazio di indiscusso rilievo nella teoria e nella ricerca sociale.
Figura di primo piano nelle scienze sociali contemporanee, Herbert Blumer (1900-1987) fu allievo e successore di George Herbert Mead nell'Università di Chicago. Trasferitosi a Berkeley, vi diresse il celebre Dipartimento di Sociologia nella sua fase pionieristica. Oltre all'interazionismo simbolico, tra i suoi interessi ricordiamo l'industrializzazione, il cinema, le comunicazioni di massa.