L'autobiografia, il genere che pi? di tutti sembra celebrare il trionfo dell'individualit?, risulta di fatto sottoposta alle norme vincolanti delle convenzioni letterarie. Questo volume ricostruisce dapprima il momento genetico della forma autobiografica (risalente a quando, nel Settecento, ci si liber?, con l'aiuto dei paradigmi introspettivi ereditati da Ignazio di Loyola e Cartesio, delle inibizioni allo scrivere di s?), poi lo statuto fenomenologico, in un confronto ravvicinato con i generi contigui del diario, delle memorie, della biografia, degli epistolari, del romanzo autobiografico. Tra il monismo di un ipotetico codice onnicomprensivo e la polverizzazione dei singoli testi, si instaura una prassi intermedia con cui nella nebulosa dell'universo autobiografico si viene a disegnare la mappa provvisoria di numerose costellazioni, utili anche a chi voglia poi descrivere gli specifici pianeti dell'io, rappresentati dalle prove autobiografiche di Francesco D'Andrea, Vico, Muratori, Giannone, Rousseau, Goldoni, Alfieri, Casanova, Da Ponte. E il molteplice intersecarsi delle forme, combinato con il rifrangersi delle metodologie, convergenti dai territori della letteratura, della gnoseologia, della psicologia, dell'etica religiosa, della storia delle idee, rende ormai inadeguata l'icona tradizionale di Narciso, perch? lo specchio in cui si ritrae l'autobiografo, anzich? piano, si rivela parabolico. Anche l'autobiografia ? esposta al fenomeno ottico della diffrazione e alla sua scrittura si rivela pi? conveniente la metafora dedalea del labirinto.

Andrea Battistini insegna Letteratura italiana nell'Universit? di Bologna. Fra i suoi libri pi? recenti ricordiamo: "La sapienza retorica di Giambattista Vico" (1995); "Galileo e i gesuiti. Miti e retorica della scienza" (2000); "Sondaggi sul Novecento" (2003) e "Vico tra antichi e moderni" (2004). Ha inoltre curato l'edizione delle "Opere" di G. Vico per i Meridiani Mondadori.