Nel "secolo breve", che si è appena concluso, alle demoniache abrasioni del suo tessuto connettivo fanno riscontro le provvidenziali enfatizzazioni dell'umanesimo solidaristico, nell'intento di orientare il corso della storia verso la ricognizione del passato per una più efficace interpretazione del presente manifesto. Borges partecipa al convivio ideale con la maestà di un nume di silenzio: le pagine dei suoi capolavori testimoniano, in un itinerario ancora più serrato di quello colloquiale, le caratteristiche della cultura del XX secolo, contratta nelle asperità delle problematiche scientifiche piuttosto che nei salvifici presagi delle certezze borghesi. E, come per i più attendibili testimoni dell'epoca contemporanea, egli affronta le allegorie del primigenio schermate dagli apparati tecnologici e dalle sfide della modernità.

Indice: I. Il Novecento. - II. La dimenticanza e l'immedesimazione. - III. Il sortilegio e la ribellione. - IV. La finzione e l'apologia. - V. Le diaboliche vanità. - VI. L'intemperanza e la normalità. - VII. La parvenza e l'asseveratività. - VIII. La segretezza e la contaminazione. - IX. La fantasmagoria della parola. - X. La stoltizia e l'infedeltà. - XI. Lo sgomento e la redenzione. - XII. La fantasia e la rappresentazione. - XIII. Il pregiudizio e l'ostilità. - XIV. L'angoscia e la frenesia imitativa. - XV. L'incauta innocenza e l'efferata colpevolezza. - XVI. L'insensatezza e l'armonia prestabilita. - Indice dei nomi.

Riccardo Campa insegna Storia delle dottrine politiche nell'Università per Stranieri di Siena. Con il Mulino ha pubblicato "L'esilio. Saggi di letteratura latinoamericana" (2000); "Dismisura. Immagini d'America" (2003); "Le vestigia di Orfeo. Meditazioni in penombra con Jorge Luis Borges" (2003) e "Borìs Leonidovic Pasternàc: L'idillio e la rivoluzione" (2004).