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ISCRIVITIQuello che le guide non raccontano: avventure e disavventure di viaggio prima del turismo.
Con tutti i suoi incanti la letteratura di viaggio non sempre si rivela una fonte attendibile per chi voglia indagare l'altro, composito volto del viaggio, quello intessuto di aspettative e di angosce del viaggiatore, e quello prosaicamente quotidiano, legato al suo svolgimento materiale. A sentirli narrare, gran parte dei viaggiatori sembra che si siano mossi senza l'ingombro del corpo e senza il fardello dei desideri, e che non siano mai rimasti esposti alle intemperie, né abbiano subito incidenti, né siano stati costretti a imbarazzanti promiscuità. Una volta dismessa la veste letteraria, tuttavia, i toni cambiano in maniera radicale lasciando emergere il versante nascosto del viaggio. E' a questo inedito aspetto del viaggiare, tradizionalmente rimosso, che è dedicato il libro. Attraverso lettere e diari privati di illustri viaggiatori vengono messi in luce, da un lato, umori, reticenze e brame segrete che il viaggiatore non oserebbe rendere pubbliche, e dall'altro pene e delizie nell'uso della diligenza di posta o della carrozza privata, nonché delle soste nelle locande dai letti "abitati" o amabilmente "guerniti". Non manca una rassegna completa del guardaroba e del bagaglio del viaggiatore, dai funzionali "nécessaires de voyage" per le signore, alle biblioteche, agli scrittoi e alle farmacie portatili, agli utensili professionali come la camera ottica per il pittore di paesaggi. Il tutto per poter affrontare con piacere e con agio l'eterna avventura del viaggio.
Attilio Brilli insegna Letteratura americana nell'Università di Siena. Fra i massimi esperti di letteratura di viaggio, ha curato in questo ambito le opere di Boswell, Ruskin, Irving, James, Wharton e altri. Con il Mulino ha pubblicato "Quando viaggiare era un'arte" (1995), "Il viaggiatore immaginario" (1997), "La vita che corre" (1999), "In viaggio con Leopardi" (2000), "Un paese di romantici briganti" (2003), tradotti in varie lingue.