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ISCRIVITILa democrazia non ? un gioco a somma zero, dove le conquiste degli uni sono una perdita secca per gli altri.
Le democrazie occidentali ci restituiscono l'immagine di societ? in cui la politica ? per lo pi? gestione, i partiti e le istituzioni sono piuttosto deboli, i mezzi di informazione potenti e accentrati, la cittadinanza distante. Sorprendente quadro, se si tiene conto che la democrazia, non avendo pi? antagonisti ideologici, dovrebbe essere oggi pi? forte che in passato. Vi ? davvero il rischio di un'involuzione? La lucida analisi di Eisenstadt affronta tale nodosa questione, ricca di implicazioni per il futuro comune. Figlia del divenire pi? che dell'essere, della mobilit? pi? che della staticit?, la democrazia ? gi? in s? portatrice di un paradosso: essa ? s? costante superamento delle regole del gioco esistenti, ma ? un superamento ottenuto con quelle medesime regole. Un equilibrio sempre sotto sforzo, che non si pu? accontentare di se stesso, che si affina e si riassesta proprio a seguito delle sfide lanciate dai vari movimenti di protesta, a patto che possano essere incorporati e che si lascino incorporare. Non tutte le esperienze di democrazia concreta tuttavia, per ragioni storiche, culturali, identitarie, religiose, sono, o sono state, in grado di integrare nuove rivendicazioni e la globalizzazione rischia di irrigidire ulteriormente i gi? fragili regimi democratici.
Shmuel N. Eisenstadt ? attualmente professore emerito di Sociologia nella Hebrew University di Gerusalemme. Tra le sue opere: "Civilt? comparate" (Liguori, 1990), "Fondamentalismo e modernit?" (Laterza, 1994), "Civilt? ebraica" (Donzelli, 1996), "Modernit?, modernizzazione e oltre" (Armando, 1997).