Un libro intelligente e provocatorio sulla evoluzione del capitalismo globale, destinato a diventare punto di riferimento in un dibattito ancora molto acceso.
Nell'economia mondializzata due sono i modelli di capitalismo che si stagliano. Giapponesi e tedeschi hanno infatti una visione delle motivazioni economiche e del valore del denaro molto diversa da quella anglosassone, così come viene diffusa nelle colonne del "Financial Times" o nei discorsi al Congresso. Per loro, se il denaro e il profitto sono importanti, ancor più lo sono le strutture sociali, l'equità, le relazioni personali. Tuttavia sono sempre più i giapponesi e i tedeschi che non si riconoscono in questa posizione e ritengono che anche ai loro paesi serva più deregulation, in nome della sovranità del consumatore e dell'etica della concorrenza. In particolare auspicano un ruolo meno invadente dello stato e dell'attuale sistema di welfare che incoraggerebbe atteggiamenti di dipendenza e pigrizia, e ritengono necessari aggiustamenti fiscali che portino una quota più consistente della ricchezza nelle tasche di chi la produce. Dore, che non nasconde la propria predilezione per il modello tedesco-giapponese, traccia in questo libro le linee di un affascinante dibattito sulla sorte dei diversi modelli di capitalismo, che stanno sempre più mescolandosi, e si chiede se e come siano destinate a sopravvivere le diversità in un mondo percorso dalla globalizzazione finanziaria.
Ronald Dore ha insegnato a Londra, Sussex, alla Harvard e al Mit. Attualmente è Senior Research Fellow al Centre for Economic Performance della London School of Economics e visiting professor all'Insead. Con il Mulino ha pubblicato "Bisogna prendere il Giappone sul serio" (1990) e "Differenze nazionali e capitalismo globale" (con S. Berger, 1997).