Dal "peccato" al "delitto"; dall'interiorit della coscienza al "foro esterno"; dalla semplice "penitenza" alla pena. In un nuovo agile manuale per i corsi di Diritto canonico, il controverso e affascinante tema del diritto penale della Chiesa.

E' conciliabile con l'essenza della Chiesa l'esistenza di un sistema di pene afflittive, diverse e pi gravi dalla semplice privazione di beni spirituali? Lo , secondo il canone 1311 del Codice di diritto canonico del 1983. Attiene alla missione della Chiesa anche l'infliggere ai fedeli che delinquono - commettendo "un comportamento antiecclesiale, delittuoso e scandaloso", e dunque un peccato grave, con riflessi all'esterno - sanzioni che, andando al di l del "foro interno" della coscienza, colpiscono la posizione del fedele nella comunit. Certo, di tutte le funzioni che il diritto penale dello Stato, attribuisce alla pena - la retribuzione del male commesso; l'intimidazione perch altri si astengano dal delitto; la rieducazione del reo, prevale qui l'ultima: la pena sempre ultima spiaggia, e il suo autentico fine quello, pastorale, della riconciliazione con il popolo di Dio. Il manuale espone il diritto penale della Chiesa con raffronto continuo agli istituti del diritto penale dello Stato (fra cui il fondamentale principio di legalit, nullum crimen, nulla poena sine lege: lo Stato esige la certezza dei delitti e delle pene previste: non sempre cos la Chiesa). La trattazione completa: il fondamento della potest punitiva; i tipi di delitti (l'eresia, lo scisma, le profanazioni, la bestemmia, l'offesa grave ai buoni costumi, la disobbedienza alle autorit ecclesiastiche, la simonia, i delitti contro la vita e la libert umana...); i tipi di pena (fino alla pi grave, la scomunica); la procedura della sua applicazione da parte delle autorit ecclesiastiche.

Raffaele Botta professore di Diritto canonico nell'Universit di Firenze. Tra le sue opere, il "Manuale di diritto ecclesiastico. Valori religiosi e societ civile" (Giappichelli, 19982).