In un testo oramai divenuto un classico, un grande maestro del diritto offre un lucido quadro di sistema sulle fonti dalle quali si crea e si rinnova il nostro ordinamento.
Mai come in questo momento il giurista ("ogni giurista degno di questo nome", scriveva l'autore; e non solo lo studioso del diritto costituzionale) avverte l'esigenza di fare chiarezza sul sistema delle "fonti": di quegli "atti o fatti" che danno vita alle norme giuridiche. Per questo il Mulino sceglie di riproporre il volume di un maestro recentemente scomparso; e in una collana che lo renda accessibile a molti. Il volume, peraltro recente (1996), viene ripubblicato senza modifiche, essendo oramai indiscutibilmente un testo di riferimento. In esso Livio Paladin - studioso che non ha bisogno di presentazioni, e uomo di grande esperienza istituzionale - offre un lucido quadro di sistema sulle "sorgenti del diritto" e sulla loro gerarchia, e dei profili pi? critici attraverso i quali il nostro ordinamento si crea e si rinnova. Dalla revisione costituzionale alla decretazione d'urgenza, dai referendum abrogativi alle leggi regionali, dai regolamenti del potere esecutivo - del governo - e degli enti pubblici, fino alla dirompente normativa dell'Europa comunitaria. Lo sguardo dell'autore ci fornisce gli strumenti per comprendere i complessi fenomeni in atto in Italia, sia sotto il profilo delle dinamiche interne al paese, sia per effetto del contesto internazionale che oramai sempre pi? ci coinvolge. E lo fa - uno dei felici casi in cui la scrittura davvero riflette l'uomo - con profondo sentimento della storia e con passione civile filtrata da lucido rigore intellettuale.
Livio Paladin ? stato professore ordinario di Diritto costituzionale nell'Universit? di Padova. Ha diretto per lunghi anni i "Quaderni costituzionali", ed ? stato presidente della Corte costituzionale e due volte ministro. Fra le sue molteplici pubblicazioni ricordiamo "Diritto costituzionale" (Cedam, 19983), "Diritto regionale" (Cedam, 20007), e, con V. Crisafulli, il "Commentario breve alla Costituzione" (Cedam, 1990).