Un ricordo di Marco Santagata


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Il 9 novembre è morto Marco Santagata, studioso di letteratura italiana fra i più grandi e brillanti della sua generazione. 

Da trent’anni era autore e amico del Mulino, con cui ha pubblicato: Per moderne carte. La biblioteca volgare di Petrarca (1990); I frammenti dell’anima. Storia e racconto nel Canzoniere di Petrarca (1992); Quella celeste naturalezza. Le canzoni e gli idilli di Leopardi (1994); Amate e amanti. Figure della lirica amorosa fra Dante e Petrarca (1999); L’io e il mondo. Un’interpretazione di Dante (2011); Pastorale modenese. Boiardo, i poeti e la lotta politica (2016); e Boccaccio indiscreto. Il mito di Fiammetta (2019). Sette volumi, a cui ne va aggiunto un ottavo, Le donne di Dante, in uscita il prossimo gennaio, a cui si è dedicato fino alle ultime settimane. La sua scomparsa lascia un grande vuoto, che è a un tempo culturale e umano. A chi di noi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di frequentarlo mancheranno la divertita affabilità con cui affrontava il lavoro e il senso istintivo di disponibilità e di amicizia che sapeva stabilire con il prossimo. Ancora di più piace ripensare a certe magnifiche lezioni sul Rinascimento italiano che tenne all’Università di Napoli nei primi anni Ottanta.

Biagio Forino

 
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