Un apparente paradosso stabilì il primo incontro di Giorello col Mulino. Poteva apparire una bizzarria affidargli il libro "Lussuria" nella collana sui vizi capitali diretta da Carlo Galli: cosa ha a che vedere la filosofia della scienza con la passione di Don Giovanni?
Un’inarrestabile cupiditas scientiae che Giulio ha sempre esercitato anche nell’abbattere gli steccati tra cultura umanistica e cultura scientifica, riuscendo ad articolare e a mettere in dialettica - come un uomo del Rinascimento - queste due visioni di mondo. E proprio in questa ottica Giorello ci ha sostenuto nei sentieri della divulgazione scientifica al Mulino, portando avanti un’idea di scienza come parte di un unico discorso culturale - un scienza che si fa essa stessa cultura - e aiutandoci a far crescere questa consapevolezza nel nostro pubblico più tradizionale.
Ci mancherà la sua guida sicura e capace di andare oltre i recinti tra le discipline. Aperto a improvvise scorribande del pensiero, rigoroso nel portare la sua impostazione epistemologica nei vari campi del sapere, generoso, vigile, sempre autentico. Abbiamo perso una delle voci più originali e libere del nostro tempo.
Ricordiamo i libri che ha pubblicato con noi:
La matematica della natura con Vincenzo Barone
(foto: CC BY-SA 4.0 autore: Niccolò Caranti)