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ISCRIVITIRazza, con il suo derivato razzismo, non è una parola neutra. Evoca gli orrori del Novecento, dall’olocausto nazifascista all’apartheid al segregazionismo: la persecuzione giustificata dalla presunta superiorità genetica. In questo secolo riemerge contro i migranti, a difesa di presunte identità collettive che la scienza ha dimostrato infondate nel genere umano. È diffusa in tutte le lingue, ma è nata in Italia durante il Medioevo, e l’indagine sulla sua origine svela che deriva da una parola applicata solo ai cavalli. Un caso emblematico di coincidenza tra i più recenti risultati della genetica e la più profonda radice linguistica: razza è una parola disumana.
Lino Leonardi insegna Filologia romanza alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Di recente ha pubblicato «Filologia romanza. 1. Critica del testo» (Le Monnier 2022) e ha diretto l’edizione di «Artù, Lancillotto e il Graal. Ciclo di romanzi francesi del XIII secolo» (Einaudi, 2020-2023); per il Mulino ha curato «Filologia», di Gianfranco Contini (2014).