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ISCRIVITIPrima del libro di Arsenio Frugoni scritto nel 1954, quasi tutto quello che era stato detto di Arnaldo da Brescia – che non ha lasciato alcuno scritto – era sbagliato. La grande novità di questo libro, un riconosciuto capolavoro, è nel metodo. Frugoni si oppone agli sforzi filologico-combinatori degli storici precedenti che si erano affannati a mescolare le poche fonti, parziali e lacunose, aggiungendo riempitivi per fare di Arnaldo un personaggio a tutto tondo. Esamina invece le fonti separatamente, ciascuna per sé, perché ogni fonte è innanzi tutto testimone di se stessa. Lette le varie voci «in controluce», diventano importanti le reticenze e persino i silenzi. Cadono sicurezze e credute verità, ma Arnaldo è finalmente liberato dalle contraffazioni delle aggiunte posteriori. In questa nuova edizione - arricchita anche dall’Introduzione di Jean-Claude Maire Vigueur - tutti i passi in latino sono stati tradotti, nell’intento di raggiungere una cerchia più ampia di lettori.
Arsenio Frugoni (1914-1970) ha insegnato Storia medievale alla Scuola Normale Superiore e alla Sapienza - Università di Roma. Lasciò quasi ultimata un’edizione con traduzione e commento delle «Epistole» di Dante, poi pubblicata nel 1979 (Ricciardi). Fra i suoi libri: «Il Giubileo di Bonifacio VIII» (Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 1950; ristampa Laterza, 1999), «Celestiniana» (Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 1954), l’edizione della «Vita di Cola di Rienzo» dell’Anonimo Romano (Le Monnier, 1957). Ripubblicati postumi: «Pellegrini a Roma nel 1300» (Piemme, 1999), «Storia di un giorno in una città medievale», con Chiara Frugoni (Laterza, 2016), «Incontri fra Medioevo e Rinascimento» (Scholé, 2018), «La storia, coscienza di civiltà» (Scholé, 2020), «Storia della pittura d’Italia» (Morcelliana, 2020) e «Lo storico e il poeta, quattro saggi su Dante e la Divina Commedia» (Marietti, 2021).