«Trascorsi metà della notte a riflettere sulla strana serie di circostanze che avevano interrotto la tranquilla esistenza di un giovane avvocato e, dalla terra degli affari e dei guadagni, l’avevano spedito a meditare sulle rovine di antiche città e a dormire su un pavimento di fango, in mezzo ai turbanti turchi...»
John Lloyd Stephens, 1836
Un luogo esotico in cui proiettare emozioni, desideri impossibili e fantasie: per il mondo occidentale l’Oriente è favoloso perché gli elementi fantasmatici vi superano di gran lunga la realtà. Che sia il Vicino Oriente mediterraneo o quello più lontano dell’Asia, dilatato alla Polinesia e ai Mari del Sud, lo sconfinato Oriente ha sollecitato negli occidentali l’erotismo della conoscenza ma anche brame di colonizzazione e di possesso. È un Altrove ideale per l’uomo moderno che anela a liberarsi dai vincoli del conformismo e a rigenerarsi a contatto con popoli e civiltà non stravolti dal progresso: anche se questo implica violare universi gelosamente chiusi da barriere fisiche ma soprattutto simboliche e culturali. Può trattarsi di sfidare i deserti dell’Arabia, gli altopiani tibetani o le giungle cambogiane; oppure di introdursi nell’harem, visitare clandestinamente le città sante dell’Islam, provocare la reazione di civiltà millenarie, dall’Oceano Indiano al Mar del Giappone. È così che esploratori, avventurieri, naturalisti, archeologi, agenti segreti, spie – uomini e donne – partecipano, fra Settecento e Novecento, alla costruzione di una visione leggendaria dell’Oriente.
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Attilio Brilli è fra i massimi esperti di letteratura di viaggio. Tra i suoi libri più recenti con il Mulino: «Il grande racconto dei viaggi d’esplorazione, di conquista e d’avventura» (2015), «Il grande racconto delle città italiane» (2016), «Il grande racconto del viaggio in Italia» (nuova ed. 2019), «Le viaggiatrici del Grand Tour» (con S. Neri, 2020).