Uscimmo contro di loro nel luogo detto Sant’Ansano a Dòfana, con la nostra potentissima cavalleria, nella cui probità per esperienza confidiamo. Qui, esaminato diligentemente il rischio del momento con il consiglio degli esperti, ordinammo a battaglia con somma cura le schiere dei nostri. Mentre i nemici si avvicinavano spiegammo le bandiere di combattimento del re, e quando essi le scorsero, forse credendo di sconfiggerci con la sola voce, subito sollevarono un immenso clamore: «Pija! Pija!» gridavano tutti insieme.
Da una relazione sulla battaglia di Montaperti inviata da fuorusciti fiorentini al re di Sicilia Manfredi (1260)
Come si combatteva nel Medioevo? Il libro ci offre un panorama vivido delle battaglie medievali nelle loro diverse fasi: prima la mobilitazione delle forze, i preparativi logistici e le speculazioni astrologiche, la marcia verso il nemico, le liturgie sacre e profane, l’organizzazione delle schiere di combattimento, l’allocuzione del comandante, persino il ricorso a eccitanti. Poi, arrivati al nemico, il comportamento dei combattenti: la paura e il coraggio, la vergogna della fuga, i condizionamenti dell’ambiente tra fiumi, foreste e paludi. Quindi il cuore della battaglia: le tecniche di combattimento di cavalieri e fanti, la stanchezza fisica e il peso della corazza, l’ecatombe dei cavalli, l’influenza degli elementi naturali e il paesaggio sonoro, il ruolo delle insegne, i carri sul campo. Dopo lo scontro, la spartizione della preda, la sorte dei prigionieri e dei caduti, le battaglie nel ricordo delle persone e nei monumenti celebrativi.
Aldo A. Settia ha insegnato Storia medievale all’Università di Pavia; tra i suoi libri: «Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel Medioevo» (Laterza, nuova ed. 2014), «Tecniche e spazi della guerra medievale» (Viella, 2016), nonché per il Mulino «Castelli medievali» (2017) e «Guerre ed eserciti nel Medioevo» (curato con P. Grillo, 2019).
- Introduzione
- I. Preludio
- 1. Mortara, battaglia virtuale, ovvero il sangue dei vinti
- 2. I nomi della battaglia
- 3. La vita violenta e il gioco della «battagliola»
- II. Prima della battaglia
- 1. La mobilitazione
- 2. La logistica e gli astri
- 3. La marcia al nemico
- 4. L’accampamento
- 5. Liturgie di guerra sacre e profane
- 6. L’informazione tattica
- 7. Provocazioni e invettive
- 8. Il guanto della sfida
- 9. «Schifando la battaglia»
- 10. Le schiere di combattimento
- 11. Parla il comandante
- 12. L’alcol come eccitante?
- III. In faccia al nemico
- 1. Su la testa! L’importanza di ben apparire
- 2. Un coraggio «assistito»
- 3. «Pro patria pugnare»: patriottismi e solidarietà di
gruppo
- 4. Le paure del combattente: «ebbi temenza molta»
- 5. Fughe ordinarie e turpi fughe
- 6. «Fuggire non è vergogna»
- 7. Guadi e ponti, ovvero il fiume nemico
- 8. Tra foreste e paludi
- IV. Nel cuore della battaglia
- 1. Il «fantasma» di Montaperti (4 settembre 1260)
- 2. Prima dell’urto frontale
- 3. Il gioco delle schiere
- 4. «A modo di torneamento»: fanti e cavalieri
- 5. «Alle cengie!»: la strage dei cavalli
- 6. «Per stare ben fermi»: pavesi, lance lunghe e mannaie
- 7. La fierezza dei fanti: i bolognesi a San Procolo
- 8. Il paesaggio sonoro
- 9. Battaglie in musica
- 10. La polvere, il sole, il vento
- 11. La stanchezza del guerriero
- 12. Il peso della corazza
- 13. Vessilli, gonfaloni e bandiere
- 14. Principio e fine di un simbolo: il carroccio
- 15. L’impiego tattico dei carri
- 16. Tecnologie d’avanguardia
- V. Dopo la battaglia
- 1. L’avidità militare e la spartizione della preda
- 2. Lo sperpero, l’arricchimento e la coscienza
- 3. Da combattente a prigioniero
- 4. Davvero «non era in uso uccidere»?
- 5. I caduti sul campo
- 6. Il ricordo delle battaglie
- Note
- Indice dei nomi di persona
- Indice dei nomi di luogo
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
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