La nostra idea di lavoro si è sempre basata sulla contrapposizione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale, una dicotomia che il lavoro come attività linguistica svolto nella «fabbrica digitale» annulla, proponendo una nuova natura del lavoro, un nuovo modo di lavorare e un differente nesso fra tempo di lavoro e tempo dell’«ozio». In epoca di «fine del lavoro», di jobless society in cui lavorerebbero solo i robot – previsioni regolarmente smentite nella loro radicalità –, è possibile rimettere al centro della discussione il concetto di autorealizzazione della persona nel lavoro? Nella prospettiva dell’autore tale concetto è decisivo per la formulazione di una nuova idea di lavoro. Un lavoro di qualità, in grado di essere scelto, non un lavoro qualsiasi in nome del «diritto al lavoro», può diventare forma e strumento di libertà, laddove maggiori siano la conoscenza, la creatività e la responsabilità in esso intrecciate, nei luoghi di lavoro e nella società.
Giovanni Mari, già professore ordinario di Storia della filosofia nell’Università di Firenze, è stato presidente della Firenze University Press ed è presidente della rivista «Iride».
- Presentazione
- I. Il lavoro è linguaggio
- Le dimensioni tecnologiche, personali e linguistiche
del nuovo ambiente di lavoro.
- Il lavoro 4.0 come atto
linguistico performativo.
- Temi e conseguenze sociali.
- II. Autonomia etica e morale del lavoro
- Le etiche convenzionali del lavoro.
- Etica della comunicazione
e del lavoro.
- Tre conseguenze.
- III. L’autorealizzazione della persona nel lavoro e
il lavoro 4.0
- Democrazia delle autorealizzazioni.
- La causa e il fine del
lavoro.
- L’attività intellettuale.
- Un nuovo sentimento
nei confronti del lavoro.
- La passione per il lavoro nel
Rinascimento.
- La rivoluzione industriale.
- Il lavoro
della conoscenza.
- La rivoluzione digitale.
- La trasformazione
del lavoro in «azione».
- IV. Dal «tempo libero» all’ozio
- Il problema.
- I paradigmi di Esiodo e di Aristotele.
- La circolarità di Marx.
- Invenzione e crisi del «tempo
libero».
- L’ozio come libertà dalla libertà nel lavoro.
- V. Nuove forme del conflitto sociale
- Subordinazione e conflitto.
- Imprenditori e proletari.
- Coinvolgimento in cambio di crescita personale.
- «Skills» e crescita della persona.
- La «cultura generale
di contesto» e il modello della «corporate university».
- Istruzione e democrazia.
- La «città del lavoro».
- Indice dei nomi
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
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