Benché aziende rappresentative della gig economy, come Uber o Deliveroo, si autodefiniscano semplici piattaforme che mettono in contatto prestatori d’opera con i loro clienti, in realtà questo settore si fonda su una netta e crescente precarizzazione del rapporto di lavoro. Come conciliare allora l’efficienza organizzativa con i diritti dei lavoratori gig? Colin Crouch propone l’istituzione di un nuovo fondo sociale a loro favore, i cui oneri non sarebbero a carico dei datori di lavoro bensì degli «utilizzatori» di lavoro, a prescindere dalla presenza di contratti di assunzione o meno.
Colin Crouch, professore emerito di Sociologia, ha insegnato tra l’altro alla London School of Economics e all’Istituto Universitario Europeo. Tra i suoi libri «Postdemocrazia» (2004), «Quanto capitalismo può sopportare la società?» (2014), «Il potere dei giganti. Perché la crisi non ha sconfitto il neoliberalismo» (20142), «Identità perdute. Globalizzazione e nazionalismo» (2019), tutti editi da Laterza; per il Mulino è autore di «Sociologia dell’Europa occidentale» (2001), «I sistemi di produzione locale in Europa» (con altri, 2004) e «Salviamo il capitalismo da se stesso» (2018).