Politica e amministrazione sono i due volti di un sistema istituzionale da tempo in crisi, perché inadeguato a governare quei complessi e proteiformi processi di pianificazione dai quali largamente dipendono il buon andamento delle istituzioni, la produttività del Paese e, non ultimo, il rapporto tra spesa e debito pubblici. Nella traslazione dalle scienze economiche, da cui nasce, all’area dei poteri pubblici, la pianificazione ha subìto successivi adattamenti e altrettante applicazioni, come dimostra la sorprendente quantità di piani e programmi presenti nella legislazione europea e italiana. Rispetto a un eccesso di programmazioni, perciò, il problema fondamentale è quello di un governo delle azioni, che passa per un recupero della categoria dell’accordo sia per semplificare le decisioni interne all’apparato, sia per attrarre i privati nelle vicende amministrative in cui ciò è utile. È allora tempo di pensare a una riforma della funzione pubblica, che ridisegni a fondo il rapporto, non sempre univoco e proficuo, tra indirizzo e gestione, dalla cui tenuta dipendono in larga parte le sorti dell’Amministrazione Pubblica.
Gianluca Maria Esposito, professore ordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Salerno, è direttore scientifico del Corso di perfezionamento Anticorruzione e Appalti della Pubblica Amministrazione e membro della Commissione tecnica per le politiche della ricerca del Ministero dell’Università e della ricerca. Tra le sue più recenti pubblicazioni, il «Commentario di dottrina e giurisprudenza dei Contratti pubblici» (Milano 2017), «Il sistema amministrativo e tributario italiano» (Milano 2017), «Il diritto all’iniziativa procedimentale. Struttura e funzione» (Napoli 2012). Accanto all’attività di insegnamento e ricerca ha rivestito incarichi di vertice nell’Amministrazione dello Stato, ricoprendo tra l’altro le funzioni di capo dipartimento e di direttore generale di vari ministeri.