La parabola del diritto all’istruzione nel nostro Paese è una chiave di lettura assai significativa delle vicende che hanno caratterizzato lo Stato sociale. Poste a cardine della nascita dello Stato unitario, le politiche dell’istruzione riacquisirono centralità dopo le due guerre mondiali, per poi subire, dagli anni Settanta, una netta perdita di importanza, i cui esiti si evidenziano oggi in tutta la loro gravità. Come ha sottolineato Ritter, il tema dello Stato sociale è stato per molto tempo trattato unicamente sotto il profilo della previdenza sociale e della lotta alla povertà e non, invece, come tema chiave della legittimazione dello Stato moderno. In tal modo esso ha assunto le vesti di un potente redistributore e integratore dei redditi più bassi, all’interno del quale le leve prestazionali sono state utilizzate prevalentemente in chiave assistenziale. Il che ha in parte indotto la sua crisi: la mera protezione non collegata a politiche di sviluppo delle potenzialità delle persone, converte, drammaticamente, l’intervento statale in assistenza per l’intero corso della vita. Oggi lo Stato sociale deve ridefinirsi per poter svolgere adeguatamente il proprio ruolo: deve coniugare il volto dello Stato assistenziale con quello dello Stato promozionale, che collega le prestazioni allo sviluppo delle personalità. Perciò, è urgente riportare al centro delle politiche sociali l’istruzione, ridefinendo in termini prescrittivi diritti e doveri dello Stato e diritti e doveri dei cittadini.
Anna Maria Poggi è professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Torino, dove è stata, tra l’altro, preside della facoltà di Scienze della formazione e coordinatrice del dottorato in Istituzioni e diritti. Da anni si occupa di diritti sociali e Stato sociale, temi cui ha dedicato numerosi studi e pubblicazioni. Per il Mulino ha già pubblicato, sullo stesso tema, «Sovranità decentramento regole. I livelli essenziali delle prestazioni nell’istruzione» (con V. Campione, 2009).
- Introduzione
- 1. Lo stato di salute dell’istruzione nel nostro
Paese. Un quadro preoccupante e ancora
distante dagli obiettivi costituzionali
- 1.1. La dispersione scolastica e universitaria
- 1.2. I Neet
- 1.3. Dispersione scolastica e povertà
- 1.4. I divari territoriali
- 1.5. La povertà di competenze «irrinunciabili»
- 1.6. Scolarità e (dis)occupazione
- 1.7. Dispersione e illegalità
- 2. Riannodare i fili tra istruzione e Stato sociale
come Stato di «promozione» della persona
- 3. I caratteri dello Stato sociale: necessità di
una ridefinizione
- 4. Itinerario del lavoro
- I. L’istruzione come fattore fondamentale per
lo sviluppo del Paese. Dall’Unità d’Italia
alla Costituzione repubblicana
- 1. Introduzione
- 2. L’emergere dei problemi reali dopo l’unificazione:
l’analfabetismo come problema
sociale
- 3. Il compito immenso e il poco (molto) che
si riuscì a fare. La legge Casati
- 4. Le difficoltà nell’attuazione della legge Casati.
I tanti condizionamenti e l’ottica dello
Stato liberale non interventista
- 5. L’amministrazione giolittiana e l’allargamento
delle funzioni sociali del governo. La legge
Daneo-Credaro (1911): l’istruzione elementare
da bene voluttuario a servizio di carattere
generale
- 6. Il periodo fascista: l’accentramento non
coincide con l’estensione dell’istruzione
come leva di crescita per il Paese
- 7. Il periodo costituente. Il dibattito sul diritto
all’istruzione (art. 34)
- 8. Il dibattito sul diritto alla formazione «al
lavoro» e «per il lavoro» (art. 35)
- 9. Segue. Il nesso tra istruzione e lavoro
- 10. L’elaborazione dei principi fondamentali
in Assemblea costituente. Gli artt. 1 e 4: il
lavoro e lo sviluppo della personalità
- 11. L’art. 2: la priorità ontologica dell’uomo
(rispetto allo Stato) e l’obbligo costituzionale
di sviluppo della sua personalità
- 12. L’art. 3: il principio di uguaglianza
- 13. Le basi delle discussioni future
- II. Dibattiti e politiche intorno ai principi
costituzionali
- 1. La «politica» e le «politiche» sull’istruzione
nel primo periodo di attuazione della Costituzione
- 1.1. L’inchiesta nazionale sulla scuola
- 1.2. Il tentativo di riforma della scuola
- 1.3. Il Piano decennale della scuola
- 2. Il dibattito sulle «politiche» per l’istruzione
alla luce del nuovo contesto costituzionale
- 2.1. La parità tra scuola statale e scuola confessionale
- 2.2. L’obbligo scolastico
- 2.3. I mali della scuola statale
- 2.4. L’orientamento professionale e l’istruzione
tecnica
- 2.5. Le riforme
- 3. L’art. 34 nel dibattito pubblicistico: diritto
all’istruzione o diritto di accesso all’istruzione?
La perdurante attualità della querelle
Crisafulli-Pototschnig
- 4. Segue. Diritto all’istruzione e obbligo scolastico
- 5. Segue. Obbligo scolastico e gratuità dell’istruzione
inferiore
- 6. Gratuità dell’istruzione obbligatoria e principio
di uguaglianza
- 7. Segue. Diritto all’istruzione dei «capaci e
meritevoli anche se privi di mezzi»
- 8. La rivoluzione «promessa» dell’art. 34 e gli
ostacoli alla sua realizzazione. Rinvio
- III. L’istruzione all’interno delle politiche pubbliche
tra affermazione dello Stato sociale
e avvio dell’esperienza regionalista
- 1. Introduzione
- 2. L’affermazione dello Stato sociale come
diritto «politico»
- 3. Lo Stato sociale in Italia: le interpretazioni
e le politiche
- 4. La crisi fiscale e le critiche allo Stato sociale
come Stato assistenziale
- 5. Lo stato di salute del welfare italiano: l’analisi
spietata della Commissione Onofri (1997)
- 6. Le politiche scolastiche nel contesto delle
politiche di Stato sociale
- 7. L’avvio dell’esperienza regionalista
- 7.1. La «chimera» della programmazione: i
distretti scolastici
- 7.2. Le conseguenze sulla configurazione del
diritto all’istruzione: la sovrapposizione
istruzione-diritto allo studio
- 7.3. La mancata costruzione di un assetto definito
di competenze e responsabilità del governo
dell’istruzione
- 8. L’autonomia scolastica e il (tardivo) tentativo
di riappropriazione da parte dello Stato delle
funzioni di indirizzo politico
- 9. Conclusioni
- IV. Ripartire dall’«identità» costituzionale dello
Stato sociale
- 1. La crisi di «identità» costituzionale
- 2. Lo Stato sociale come volano della libertà
positiva
- 3. Il rapporto tra Stato e persona: il «compromesso
» costituzionale
- 4. Il nesso tra realizzazione dell’uguaglianza
(art. 3) e sviluppo della persona (art. 2)
- 5. Critica alla dottrina maggioritaria che fonda
lo Stato sociale (e la protezione dei diritti
che ne derivano) sul solo art. 3 Cost.
- 6. Il nesso tra artt. 2 e 3 Cost.: lo Stato sociale
per lo sviluppo della «libertà» della persona
- 7. Ripartire dalla finalità dello sviluppo della
persona: rimuovere le «illibertà» che si
fondano sulla mancanza di istruzione
- 8. Le tesi funzionaliste che legano l’istruzione
allo sviluppo delle società, in particolare il
«capitale umano» (cenni)
- 9. Le teorie funzionaliste sull’uguaglianza delle
opportunità e dei risultati (cenni)
- 10. Le nuove teorie sul capitale umano: i character
skills
- V. Per un «diverso» Stato sociale. L’istruzione
per lo sviluppo delle persone e della
società
- 1. L’esigenza di reinterpretare continuamente le
norme costituzionali in materia di istruzione
- 2. Le nuove frontiere dei sistemi educativi per
lo sviluppo delle persone e delle società
- 3. Le condizioni: a) l’eliminazione delle illibertà
(le azioni dei pubblici poteri); b) lo sviluppo
della libertà (l’individuo come centro d’azione)
- 4. L’istruzione in uno Stato sociale di «promozione
»
- 4.1. Lo Stato: livelli «essenziali» e norme «generali
»
- 4.2. Il ruolo delle Regioni: l’organizzazione e la
programmazione dell’offerta formativa sul
territorio
- 4.3. Il ruolo delle Istituzioni scolastiche
- 5. Lo sviluppo della libertà: non solo «dovere»
di istruzione
- 5.1. Ancora sulla «doverosità» quale dimensione
dell’istruzione
- 5.2. La doverosità e solidarietà di cui all’art. 2
- 6. Conclusioni: da «paziente» ad «agente»: la
reinterpretazione del dovere di istruzione
- Bibliografia