Il volume affronta il rapporto tra linguistica e nazionalismo, nel contesto italiano ed europeo, dai primi del Novecento al secondo dopoguerra. Presupposto dell’indagine è la forte potenzialità ideologica espressa dalle filologie moderne, il cui paradigma fondativo affonda le radici nella cultura romantica e nella correlata costruzione delle identità nazionali. Particolare attenzione è dedicata ad alcuni glottologi austro-italiani, la cui riflessione civile sulla convivenza di comunità linguistiche diverse approdò, nella temperie sciovinista del primo conflitto mondiale, all’irredentismo massimalista e poi alla piena adesione al fascismo, fornendo un sostegno «scientifico» a rivendicazioni annessionistiche e a programmi di italianizzazione forzata di regioni di frontiera. Lo studio pubblicato in appendice, sulle lettere del carteggio D’Ovidio-Schuchardt risalenti agli anni 1915-1921, approfondisce un caso emblematico del prevalere della passione patriottica anche tra cultori delle scienze del linguaggio che pure avevano aperto la strada alle ricerche sul contatto e la mescolanza linguistica. Riflettere oggi sui condizionamenti politici subiti dalla linguistica nell’età dei nazionalismi e dei totalitarismi novecenteschi può contribuire a contrastare la manipolazione ideologica del binomio lingua-identità e quella retorica dei populismi che, anche all’interno dell’UE, sembra infondere nuova linfa all’antagonismo dei vecchi stati nazione.
Sandra Covino insegna Linguistica italiana all’Università per Stranieri di Perugia, dove ha coordinato il Dottorato in Scienze del linguaggio. È rappresentante dell’Associazione per la storia della lingua italiana (ASLI) nel Coordinamento intersocietario per la storia del pensiero linguistico e semiotico (CISPELS). Tra le sue pubblicazioni, l’edizione del carteggio «D’Ancona-Monaci» (2 voll., Pisa 1997) e la monografia «Giacomo e Monaldo Leopardi falsari trecenteschi. Contraffazione dell’antico, cultura e storia linguistica nell’Ottocento italiano» (2 voll., Firenze 2009). Con V. Faraoni, ha curato il volume «Linguaggio e comicità» (Bern 2016).
- Introduzione
- I. Il contesto italiano ed europeo
- 1. Ascoli e i suoi epigoni: neolinguisti vs neogrammatici
- 2. Linguistica e nazionalismo in Europa
- 2.1. L’illusione dell’autonomia scientifica e
il bagaglio ideologico a Ovest
- 2.2. Dall’internazionalismo al nazionalismo
linguistico a Est
- II. La linguistica italiana: dal patriottismo al
fascismo
- 1. La questione ladina e le sue strumentalizzazioni
- 1.1. La tesi ascoliana dell’unità ladina e i
suoi oppositori
- 1.2. L’adesione dei linguisti italiani alle
denunce “politiche” di Carlo Salvioni
- 1.3. Carlo Battisti tra “questione ladina” e
“questione altoatesina”
- 1.4. Il patriottismo linguistico nello scontro
tra nazionalismi in conflitto
- 1.5. Dall’irredentismo trentino al secondo
dopoguerra
- 1.6. La grecità linguistica dell’Italia meridionale:
risvolti ideologici di una disputa
scientifica
- 2. La rivendicazione dell’italianità dell’Istria e
della Dalmazia
- 2.1. Ascoli, un “irredento” non irredentista
- 2.2. Matteo G. Bartoli: questioni linguistiche
e diritti nazionali
- 2.3. Dal mito della romanità civilizzatrice
all’imperialismo fascista
- 2.4. Linguisti dell’Accademia d’Italia per il
Regno di Croazia (1941-1942)
- 2.5. Prestigio linguistico e pregiudizio antislavo
- III. Un linguista anomalo
- 1. La posizione di Clemente Merlo
- 1.1. Un linguista fascista «alieno dalle ideologie
»
- 1.2. L’autonomia del ladino, ovvero la legittimità
di un approccio tipologico allo
studio delle lingue
- 1.3. La polemica sul dalmatico
- 1.4. Il progetto di un atlante linguistico dopo
l’annessione dell’Albania
- 1.5. C. Merlo e B. Terracini: la «valutazione
storica del problema linguistico»
- 2. Scienza e umanità
- 2.1. La fedeltà ad Ascoli e altri indizi di
dissenso dopo la promulgazione delle
leggi razziali
- 2.2. L’estromissione dalla direzione del
Vocabolario dei dialetti della Svizzera
italiana
- 2.3. Una «cartolina di rammarico»
- Conclusioni
- Appendice. Lingue e nazioni: il carteggio D’Ovidio-
Schuchardt nel primo dopoguerra
- 1. Premessa
- 2. «Lo schietto amor della patria e l’umana
carità»
- 3. La ripresa del dialogo
- 4. Il programma dell’Accademia dei Lincei:
molte luci e qualche ombra
- 5. L’annessione all’Italia dell’Alto Adige
- 5.1. Le riflessioni di D’Ovidio
- 5.2. Schuchardt e lo «stupro» del Südtirol
- 5.3. L’antinomia dei confini linguistici
- 6. Lingue e nazioni: considerazioni finali
- Riferimenti bibliografici
- Indice dei nomi