Semplicità, eleganza, una potenza esplicativa capace di sovvertire le conoscenze e di aprire innumerevoli orizzonti alla ricerca scientifica. Non solo. La stringatissima formula ricavata nel 1905 da Einstein campeggia nel luglio del 1946 sulla copertina della rivista «Time», impressa come un simbolo apocalittico sul disegno di un fungo atomico. Perché un’equazione apparentemente così elementare ha rivoluzionato la fisica, finendo per diventare una presenza costante nell’immaginario comune e un’icona della modernità? Perché spiega la nostra origine: E=mc2 è ciò di cui siamo fatti.
Vincenzo Barone insegna Fisica teorica all’Università del Piemonte Orientale e svolge attività di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Collabora con «Il Sole 24 Ore». Tra i suoi libri: «L’ordine del mondo» (Bollati Boringhieri, 2013), «Albert Einstein. Il costruttore di universi» (Laterza, 2016), «L’infinita curiosità» (con P. Bianucci, Dedalo, 2017) e, per il Mulino, «La matematica della natura» (con G. Giorello, 2016).