Il trattato di pace del 1947 aveva previsto la rinuncia dell’Italia alle proprie colonie, che già durante la guerra erano passate sotto l’amministrazione militare britannica. Londra, che mirava a imporre la propria influenza sull’ex impero italiano, in Somalia aveva incoraggiato la nascita di un movimento nazionalista. L’Italia aveva puntato invece al «ritorno in Africa», sostenendo gruppi filo-italiani. Le tensioni si acuirono: l’11 gennaio 1948, nel corso di incidenti circa cinquanta italiani e una decina di somali vennero uccisi, mentre le autorità britanniche si rivelarono incapaci di mantenere l’ordine. Nonostante la gravità dei fatti e le reazioni immediate, l’eccidio di Mogadiscio sarebbe ben presto caduto nell’oblio. Sulla base di un’ampia documentazione, il volume ricostruisce quella tragica vicenda, inserendola nel contesto degli eventi coevi: dalle elezioni del 18 aprile ’48 allo scontro Est-Ovest, alle difficili relazioni italo-britanniche, alla realtà politica e sociale somala, al processo di decolonizzazione.
Annalisa Urbano è ricercatrice presso l’Università di Ginevra dove si occupa dei processi di decolonizzazione e democratizzazione in Africa Occidentale e Orientale. Ha insegnato presso le Università di Bayreuth e di Edimburgo. Antonio Varsori è professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali nell’Università di Padova. Con il Mulino ha pubblicato «L’Italia e la fine della guerra fredda» (2013), «Radioso maggio» (2015), «Storia internazionale. Dal 1919 a oggi» (2015), «Le relazioni internazionali dopo la guerra fredda» (2018).