«un libro nuovo e importante… lascerà un segno nella tormentata e incerta cultura dei nostri giorni»
Furio Colombo
«ammirevole per coraggio e affascinante per sapienza di fonti e problemi»
Mariuccia Salvati
Questo saggio compie un’ambiziosa ricognizione storica, di respiro vastissimo, su uno dei pilastri della cultura occidentale, la coesistenza tra diverse «giustizie», ossia la separazione fra norme giuridiche e norme morali, fra reato e peccato, che ha reso possibile quella giustizia delle libertà e delle garanzie tipica della nostra civiltà. Ma il libro guarda anche all’oggi, e anzi è motivato dalla crisi in cui questo equilibrio millenario pare irrimediabilmente entrato, con l’assalto degli integralismi da un lato, e dall’altro la sacralizzazione della norma positiva che tende a sostituire l’etica nella regolamentazione della vita dell’individuo.
Paolo Prodi è professore emerito dell’Università di Bologna. Fra i suoi libri, tutti pubblicati col Mulino, ricordiamo «Il sovrano pontefice» (1982), «Il sacramento del potere» (1992), «Settimo non rubare» (2009), oltre a sei volumi di saggi e al recente «Il tramonto della rivoluzione» (2015). Con «Una storia della giustizia» ha vinto i premi Jemolo, Pozzale - Luigi Russo, Capri - San Michele.