In molti paesi, almeno un quarto della popolazione vive oggi in condizioni di precarietà, fatta di lavori instabili, poco o per nulla protetti dal welfare, erosione delle identità professionali, crescente esiguità delle prestazioni pubbliche e aziendali. Tuttavia intendere questo fenomeno solo come condizione di sofferenza è radicalmente sbagliato: molti di coloro che vi sono trascinati vogliono qualcosa di meglio rispetto a quanto offerto dalla società industriale e dal sindacalismo del Novecento. Di fronte a un futuro spogliato di ogni sicurezza, questo nuovo precariato – vera e propria classe sociale, alla stregua del proletariato – potrebbe cercare rifugio nel populismo e nell’intolleranza, come mostrano molti indizi.
Guy Standing insegna Development Studies nell’Università di Londra; ha lavorato per l’Organizzazione internazionale del lavoro; è co-presidente del Basic Income Earth Network (Bien), organizzazione non governativa che promuove il reddito di cittadinanza. Tra le sue pubblicazioni: «Work after Globalization» (2009) e «A Precariat Charter: From Denizens to Citizens» (2014).