Questo volume analizza, con il contributo dei maggiori studiosi ed esperti in materia, le mafie (soprattutto italiane ma non solo), muovendo dal problema del loro riconoscimento: cosa sono le mafie, ovvero come sono state storicamente identificate e che questioni – giuridiche, politiche ma anche epistemologiche – solleva la loro identificazione; come funzionano, ovvero attraverso quali meccanismi e logiche operano; come si muovono e si espandono nello spazio, mimetizzandosi e confondendosi nell’ambiente ma anche trasformandolo. Dalla ricostruzione storica delle numerose idee di mafia elaborate nei primi decenni dell’unità alla questione della loro «accertabilità» in sede giudiziaria, dalle modalità di circolazione e radicamento sul territorio di gruppi e organizzazioni mafiose ai rapporti simbiotici tra mafiosi e politici, dal ruolo dei legami di sangue nei gruppi di mafia alla fenomenologia della violenza mafiosa sino alla diffusione spaziale di pratiche omicide ed estorsive, il mondo variegato e complesso delle mafie emerge da questo volume come un grande e incompiuto puzzle, una sfida alle nostre categorie cognitive e morali la cui soluzione presuppone adeguate strategie intellettuali su cui fondare efficaci interventi politici: perché è solo dal riconoscimento delle mafie in tutta la loro complessità culturale, politica e sociale che possiamo sperare di vederle e quindi combatterle e contrastarle.
Marco Santoro è professore associato di Sociologia nel Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna. Tra i suoi libri: «La voce del padrino. Mafia, cultura e politica» (Verona, ombrecorte 2007) e, per il Mulino, «Effetto Tenco. Genealogia della canzone d’autore» (2010), «La cultura che conta. Misurare oggetti e pratiche culturali» (a cura di, 2014), «Fronteggiare la crisi. Come cambia lo stile di vita del ceto medio» (2015, con R. Sassatelli e G. Semi).