«Abbiamo percorso un lungo cammino per cercare di eliminare la mente, frantumandola nelle sue basi biologiche. E, alla fine di questo percorso, abbiamo scoperto che spontaneamente moltiplichiamo le menti presenti nel mondo esterno»
Succede spesso di spiegare i comportamenti degli altri in base alle loro inclinazioni, al loro carattere o alle loro opinioni. Il fatto è che diamo per scontato di avere, oltre al cervello, anche una mente, o - secondo la concezione degli antichi - un’anima che si contrappone al corpo. Che cosa dicono in proposito la psicologia e le neuroscienze? Se in ambito scientifico appare vincente la progressiva riduzione delle funzioni mentali a quelle neurali, perché nella vita quotidiana continuiamo a pensare, sentire e interagire secondo una premessa dualista, come se mente e corpo fossero separati? Le risposte a queste domande sono oggi più rilevanti che mai, dal momento che nascita, vita e morte non dipendono solo dalla natura, ma anche dalle scelte intenzionali degli individui.
Paolo Legrenzi è professore emerito di Psicologia all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il suo ultimo libro per il Mulino è «Frugalità» (2013). Scrive per «la Repubblica». Carlo Umiltà è professore emerito di Neuropsicologia all’Università di Padova. Per il Mulino ha pubblicato, oltre al libro con P. Legrenzi «Neuro-mania» (2009), «Il cervello» (2011).