«questo libro, che a me sembra uno dei più belli che in questa generazione si siano aggiunti al corpo della “letteratura italiana”… un libro importante della letteratura del Novecento, che è anche un importante documento politico del nostro tempo»
ARRIGO LEVI
A vent’anni era già un rivoluzionario di professione pronto per il Tribunale speciale fascista; a poco meno di trentacinque abbozzava il progetto di un federalismo europeo per il quale avrebbe lottato per il resto della vita. Nei riguardi della propria azione Altiero Spinelli nutriva ad un tempo orgoglio e timore che non ne rimanesse segno, così negli ultimi anni si decise a scrivere questo libro, che racconta la sua vita fino alle soglie del dopoguerra: la giovinezza, le prime letture, l’adesione al partito comunista, la scoperta dell’amore e del sesso, la cospirazione, i sedici anni di carcere e di confino, i primi passi dell’impegno per il federalismo europeo. Ne è risultata una «confessione» di rara intensità, dove le tessere dell’esperienza personale e politica sono ricomposte in un esemplare romanzo di formazione, una testimonianza che ha pochi eguali nella memorialistica del Novecento italiano.
Altiero Spinelli (1907-1986) è stato fra l’altro membro della Commissione delle Comunità europee e deputato al Parlamento italiano ed europeo. Oltre a queste memorie (1984; premio Viareggio, premio Acqui, premio Marotta), di Spinelli il Mulino ha pubblicato i tre volumi del «Diario europeo» (1989-92) e numerose raccolte di scritti politici.