Si levano voci che chiedono di emarginare gli antichi, per esempio a scuola. Sarebbe una amputazione sciocca. Lo studio degli antichi costituisce invece una potente risorsa per comprendere quel che ci accade intorno: il rapporto libertà-dipendenza, la lotta per la cittadinanza, la competenza come requisito della politica. Problemi oggi cruciali che già percorrevano le società antiche. Esse seppero affrontarli, talvolta scegliendo risposte non consolatorie.
Luciano Canfora è professore emerito dell’Università di Bari. Dirige la rivista «Quaderni di storia» e collabora al «Corriere della Sera». Fra le sue pubblicazioni: «Il mondo di Atene» (Laterza, 2012), «Spie, URSS, antifascismo. Gramsci 1926-1937» (Salerno, 2012), «È l’Europa che ce lo chiede! Falso!» (Laterza, 2013) e «La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone» (Laterza, 2014). Per il Mulino ha curato «Disegnare il futuro con intelligenza antica» (con U. Cardinale, 2013).
- Preambolo
- I. Gli studi classici sono pericolosi?
- II. Stare al passo coi tempi: che vuol dire?
- III. L'utilità dell'inutile è un sofisma
- IV. Non giova cullarsi nell'autocompiacimento "umanistico"
- V. Servono perché lì ci sono i "valori"?
- VI. Il latino come disciplina
- VII. Gli antichi non sono il nostro specchio, sono un universo drammatico
- VIII. Ci riguardano perché i loro problemi insoluti e i loro conflitti sono anche i nostri...
- IX. ... e perché non hanno scelto la via consolatoria
- Appendice. Grandezza della traduzione
- Antologia. Difese inefficaci degli studi classici nella scuola
- 1. «La scuola unica», di G. Coppola (1938).
- 2. «Il convegno del latino», di G. Coppola (1942).
- 3. «Ai lettori», di G. Funaioli e G. Perrotta (gennaio 1948).
- 4. «Crisi di scuola e di cultura», di C. Marchesi (luglio 1948).
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
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